Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Avio Razzo Cattaneo Magni RR
Avio Razzo Cattaneo Magni RR
CARATTERISTICHE
spinta iniziale dei razzi al completo: kg. 300,00
apertura alare: m. 16,80
lunghezza: m. 7,25
altezza: m. 2,40
superficie alare: m2 24,64
peso a vuoto: kg. 195
peso a carico massimo: kg. 300
coefficiente di robustezza: 8
rapporto di planata massimo: 1-20
velocità orizzontale corrispondente: km/h. 58
velocità orizzontale con 50% della spinta: km/h. 75
velocità di discesa minima: m/sec. 0,75
velocità limite consentita con massimo della spinta: km/h 250
n. componenti equipaggio: 1
progettista: Pietro Magni
pilota collaudatore: Ettore Cattaneo
primo volo del prototipo: 25 giugno1931
località: Milano
DESCRIZIONE TECNICA
Monoplano ad ala alta a semi sbalzo in tre pezzi, con parti laterali a forma trapezoidale.
Bitrave di coda con doppio impennaggio direzionale; monoposto a navicella centrale munita di pattino d’atterraggio, a struttura completamente lignea, rivestito in tela verniciata alla emalite, propulso da una serie di razzi per un massimo complessivo di 300 kg. di spinta, disposti a corona sulla parte posteriore della navicella.
Fusoliera, ma più propriamente cabina, contenente il pilota, il sistema propulsivo dei razzi e il pattino d’atterraggio montato elasticamente su tamponi di gomma.
Ala fissata sulla carlinga, direttamente con due bulloni centrali sulla pinna ed indirettamente mediante sue contrafissi laterali e due tiranti di cavo di acciaio.
Carlinga costituita da un’ossatura di cerchi in legno compensato e da longheroni principali e secondari in legno di spruce, fasciato da compensato di betulla.
Pinna dorsale con funzione di poggiatesta per il pilota e sostegno all’ala.
Scudo metallico incombustibile costituito da fogli di alluminio ed amianto posto fra il posto di pilotaggio e il comparto destinato alla scatola metallica dei razzi.
Comandi passanti dalla carlinga ai piani mobili a mezzo di barre rigide e tiranti di cavo d’acciaio attraverso la pinna dorsale e lungo i travi di coda.
Ala a pianta trapezoidale con arrotondamenti che l’avvicinano all’ellittica. Struttura bi longherone, con bordo d’attacco in compensato, longherone secondario reggi alettone e centine a traliccio.
Alettoni sulla parte esterna delle ali di forma quasi triangolare, fra il loro battente e l’ala una fessura permette un’efficiente azione di comando anche con grandi incidenze e a piccola velocità.
Travi di coda costituiti da due longherine in legno di spruce collegate da tralicciature e ricoperte da entrambe i lati da fogli in legno compensato.
Impennaggi verticali costruiti di pezzo con le travi e ricoperte anch’essi in compensato muniti di timone direzionale.
Piano fisso regolabile in incidenza rispetto alle travi di sostegno.
Sotto le estremità delle travi ed a protezione del piano di coda, sono fissati due pattini in legno elastico.
CREDITI
Giuseppe Cometti Aeroplani d’Italia Pietro Magni Aviazione Editrice Giorgio Melocchi, Milano 1969
Destinato dal dott. Ettore Cattaneo alla sperimentazione della propulsione a razzo, l’RR fu progettato da Piero Magni e costruito dalla « Piero Magni Aviazione » di Milano Taliedo nel 1931.
Il tema proposto era di realizzare nel minimo tempo un velivolo per sperimentare la propulsione a razzo ed utilizzabile anche per il volo a vela, servendosi della ala dell’aliante G.P. 1 già utilizzato dal dott. Cattaneo.
L'apparecchio era un monoplano a sbalzo, con carlinga affusolata di sezione circolare ricoperta in legno, e coda sostenuta da due travi monoblocco fissate direttamente all'ala.
Le due travi costituivano due chiglie di deriva prolungate dagli impennaggi verticali, con esse costruttivamente incorporate e sul loro prolungamento ruotavano due timoni di direzione accoppiati.
L'insieme era semplice, compatto e solidissimo, stabile di forma e dalla grande maneggevolezza grazie ai piani di comando tutti abbondantemente dimensionati. La finezza era rilevante e di conseguenza buona l'efficienza.
Nella parte posteriore della navicella fu montata la scatola, capace di sei razzi cilindrici.
L'accensione avveniva razzo per razzo mediante una serie di contatti disposti su di un quadretto montato sopra allo scafo, davanti al pilota, ed era provocata da tre pilette del tipo utilizzato per le lampade portatili.
L'avio-razzo, collaudatore lo stesso dott. Cattaneo, fu sottoposto ad esperienze effettuate a Taliedo partendo da una rotaia in legno atta a diminuire l'attrito sul suolo, disposta in posizione fissa indipendentemente dalla direzione del vento al fine di porsi nelle condizioni imposte dalla pubblica esibizione.
Avio Razzo Cattaneo Magni RR sezione longitudinale
Giovedì 25 giugno 1931 vennero eseguiti due lanci del velivolo senza razzi, come apparecchio da volo a vela. La squadra di lancio era formata da dieci uomini, divisi in due gruppi di cinque a ciascun capo della fune elastica, formata da doppio cavo « sandow » per carrelli.
Al primo lancio quale velivolo (senza vento): salita ad una cinquantina di metri; secondo lancio (quale velivolo) cogliendo un momento di vento a 45 gradi di fronte: salita a circa quattro metri e percorso di circa duecento metri sul campo.
Montato un primo razzo e lanciato con la modalità precedente, senza la minima brezza, il velivolo fece appena un breve salto e la combustione dell'unico razzo non riuscì a rialzare l'apparecchio.
Seconda prova: vennero montati due razzi, a due o tre metri di quota i razzi, accesi spinsero l'apparecchio per circa ottocento metri di volo, in traiettoria ondulante, provocata dal pilota appositamente per « sentire » l'apparecchio, avvicinandosi a sfiorare l'erba e poi rialzandosi a tre o quattro metri in varie riprese.
I razzi bruciando provocarono un leggero sibilo ed una nuvoletta di fumo biancastro, con lancio visibile di fiamma fino a tre metri circa dalla navicella.
La scia fumosa passò nettamente sotto la coda del velivolo. Il pilota all'atto di accendere i razzi avvertì soltanto una spinta dolcemente progressiva.
Domenica 28 giugno le prove di volo dell'avio razzo costituirono uno dei numeri del programma della giornata di esibizioni e gare indetta dall'Aero Club di Milano.
Il primo lancio avvenne alle 17,20. Vento assente, cattivo stacco per insufficiente ciurma. Sul velivolo vennero caricati tre razzi ed il pilota accese il primo mentre l'apparecchio, appena staccato, stava già ricadendo a terra. Il razzo bruciò a terra senza poter ristaccare da solo il velivolo.
Gli altri due non vennero accesi.
Alle 18 si tentò un nuovo lancio. Questa volta furono posti a bordo due razzi, che vennero accesi contemporaneamente dopo il ben riuscito stacco. L’apparecchio percorse, in volo ondulato per comando del pilota, circa trecento metri.
Le prove di volo dell’RR proseguirono per il resto dell’anno con difficoltà dovute soprattutto alla messa a punto dei razzi propulsori.
Infine il progetto venne abbandonato e l’RR accantonato in una rimessa e successivamente demolito.
Con la realizzazione dell'avio razzo RR Magni e Cattaneo furono dunque precursori del volo a getto in Italia e secondi in Europa dopo i vari esperimenti fatti in Germania.
Indubbiamente l'impresa era ardua dovendo, oltre che alla realizzazione dell'aeroplano, studiare anche i razzi adatti alla propulsione, i quali ebbero una messa a punto difficile e richiesero la creazione di un piccolo laboratorio e la collaborazione di valenti chimici, colleghi universitari del Dott. Cattaneo.
Durante le prove di volo il collaudatore non azzardò mai, per ovvie ragioni, di compiere un decollo coi razzi al completo limitandosi così a voli di breve durata ed a bassa quota.
Teoricamente l'RR decollando con i propulsori al completo avrebbe senz'altro raggiunto una quota tale da poter fare discreti voli, seppur limitati a qualche giro di campo.
Precursore del volo a getto in Italia, pioniere ed animatore del volo a vela, il Dott. Ettore Cattaneo, una delle più belle figure dell'aviazione sportiva italiana, effettua il caricamento dei razzi propulsivi. Nella foto piccola in alto i sei razzi istallati.
L’involo dell’aereo razzo Cattaneo Magni RR a Taliedo il 28 giugno 1931