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GUERRA DI GRECIA: LA MARCIA VERSO IL CONFLITTO - 4

DOCUMENTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

 

IL MINISTRO AD ATENE GRAZZI

AL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO

 

T. URGENTE 421.         

 

Atene, ottobre 1940, ore 14,45 (per. ore 19,30).

 

Negli ambienti di questo Ministero degli Affari Esteri si afferma stamane avere ricevuto informazioni da Roma che stanno per essere presentate richieste italiane alla Grecia. Voce diffusa in città in­sieme con le notizie arrivo nostri considerevoli rinforzi, ha susci­tato grande nervosismo. S.M. il Re di cui era stata ufficialmente an­nunziata partenza per Salonicco è invece rimasto Atene.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

IL MINISTRO AD ATENE GRAZZI

AL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO

 

T. 422-423-424. 

 

Atene, 3 ottobre 1940, ore 23,45 (per. giorno 4, ore 5,15).

422. - Per le segnalazioni di questa Legazione e RR. Consoli dipendenti, codesto Ministero è pienamente informato delle misure militari adottate dalla Grecia alle frontiere dell’Epiro Macedonia e Tracia. Pur facendo parte dovuta ad esagerazioni informatori è fuori dubbio che Grecia ha sotto le armi circa 250 mila uomini, per la maggior parte già schierati alle frontiere. Segnalazioni tutte con­cordano nel dire che mobilitazione e adunata si sono svolte con molto minore disordine che non anni scorsi.

Da questa concentrazione di forze armate che, trattandosi della Grecia, può considerarsi notevole e da manifestazioni spirito pub­blico si dovrebbe desumere che Governo di Metaxas tenterà di re­spingere ogni tentativo invasione e che non sarà possibile otte­nere da esso, senza l’uso della forza, cessioni territoriali, consenso ad occupazione di zone o punti strategici e probabilmente nemmeno atti concreti di adesione della Grecia all’Asse.

423. - Avendo, dopo breve periodo di esitazione, deciso adot­tare politica di misure .militari, ciò che ha certamente costituito la contropartita di rinnovate assicurazioni di appoggio da parte degli inglesi e probabilmente anche turchi in caso di nostri attacchi da soli o in unione con Bulgaria, Governo di Metaxas si è collocato da se stesso nell'impossibilità di retrocedere, senza porre contro di sé inglesi e turchi ma stessa opinione pubblica nella quale spira vento di estremismo nazionalista mai sino ad ora veduto e che Go­verno, lungi dal frenare, ha invece in ogni modo incoraggiato e sti­molato soprattutto lasciando sussistere e rafforzare, senza nessun con­trasto da parte sua, credenza che siluramento Helli sia stata opera nostra e lasciando che, da ormai quasi due mesi, stampa o con pre­testo pubbliche sottoscrizioni per ricostruire Helli o con altro pre­testo, torni quotidianamente a parlare dell'incidente e a mantenere viva indignazione popolare a questo riguardo.

424. - Mai Presidente Metaxas ha avuto dietro di sé così totale unanimità di consensi come breve periodo in cui ha assunto, dopo, ripeto, breve periodo di esitazione, questo tema di difesa ad oltranza integrità territoriale e neutralità greca.

Negli ambienti inglesi di Atene dove fin dal principio dell'at­tuale tensione si è costantemente ripetuto che urto fra l’Italia e Grecia è inevitabile si ostenta di attendere con impazienza momento di tale urto che dovrebbe porre finalmente Inghilterra in grado di servirsi del territorio greco come base di operazioni contro l'Italia.

Più difficile è dire se e fino a quale punto turchi si siano im­pegnati a sostenere Grecia in caso di conflitto armato con l’Italia.

Tale situazione come si presenta oggi, ciò che bene inteso non esclude possibilità di avvenimenti imprevedibili atti a capovolgerla qualora fra la paura dell’Italia e quella dell’Inghilterra quella dell’Italia dovesse essere la più forte.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

15 ottobre 1940

 

Verbale della riunione tenuta nella sala di lavoro

del Duce a palazzo Venezia

 

(resoconto stenografico)

 

Presenti:

Il Duce,

le Eccellenze: Ciano; Badoglio; Soddu; Jacomoni; Roat­ta; Visconti Prasca.

Segretario: T. Col. Trombetti.

 

DUCE: lo scopo di questa riunione è quello di definire le modalità dell'azione — nel suo carattere generale — che ho deciso di iniziare contro la Grecia.

Questa azione, in un primo tempo, deve avere obiettivi di carattere marittimo e di carattere territoriale.

Gli obiettivi di carattere territoriale ci debbono portare alla presa di possesso di tutta la costa meridionale albanese, sono cioè quelli che ci devono dare l'occupazione delle isole io­niche Zante, Cefalonia, Corfù e la conquista di Salonicco.

Quando noi avremo raggiunto questi obiettivi avremo migliorato le nostre posizioni nel Mediterraneo, nei confronti con l'Inghilterra.

In un secondo tempo, o in concomitanza di queste azioni, l'occupazione integrale della Grecia per metterla fuori com­battimento e per assicurarci che in ogni circostanza rimarrà nel nostro spazio politico-economico.

Precisata così la questione ho stabilito anche la data che, a mio avviso, non può essere ritardata neanche di un'ora: cioè il 26 di questo mese.

Questa è un'azione che ho maturata lungamente da mesi e mesi, prima della nostra partecipazione alla guerra e anche prima dell'inizio del conflitto.

Stabiliti questi punti essenziali, si tratta ora di esaminare come dovrà svolgersi questa azione, e perciò ho mandato a chiamare il luogotenente generale e il comandante delle truppe d'Albania perché ci facciano un quadro politico e militare in modo che noi possiamo determinare tutte le misure idonee per raggiungere nel migliore dei modi e nei più convenienti termini di tempo i nostri obiettivi.

Aggiungo che non vedo complicazioni a nord. La Jugosla­via ha tutto l'interesse di stare tranquilla, come del resto appare anche da pubbliche dichiarazioni di organi ufficiali che escludono la possibilità di complicazioni, salvo che si tratti di difendere il Paese.

Complicazioni di carattere turco le escludo, specialmente da quando la Germania si è impiantata in Romania e da quando la Bulgaria si è rafforzata. Questa può costituire una pedina nel nostro gioco ed io farò i passi necessari perché non perda questa occasione unica per il raggiungimento delle sue aspirazioni sulla Macedonia e sullo sbocco al mare.

Stabiliti gli obiettivi e la data, si tratta ora di vedere gli altri aspetti della situazione, in modo da potere — in base ad essi — determinare le misure ed i mezzi da prendere.

 

(Invita il luogotenente generale dell'Albania ad esporre come vede la situazione.)

 

JACOMONI: In Albania si attende questa azione ansiosamen­te. Il Paese è impaziente e pieno di entusiasmo: anzi si può affermare che l'entusiasmo è così vivo che in questi ultimi tempi ha avuto qualche disillusione perché l'azione non è stata ancora iniziata.

Abbiamo provveduto molto seriamente all'approvvigiona­mento del Paese. Esiste il pericolo             « porto di Durazzo » nel senso che se venisse bombardato avremmo delle difficoltà nei rifornimenti. La questione stradale ha fatto molti progressi, pur senza volerla considerare come risolta.

 

DUCE: Come appare la situazione della Grecia vista dall'Al­bania? Questo appunto si tratta di sapere.

 

JACOMONI: È molto difficile precisarlo. L'opinione pubblica è ostentamente noncurante.

Abbiamo pubblicato che era stata uccisa la nipote del noto patriota trucidato, ma hanno risposto smentendo il fatto. Dalle notizie dei nostri informatori risulta che mentre due mesi fa i greci non sembravano propensi a una seria resisten­za, ora appaiono decisi ad opporsi alla nostra azione. La radio clandestina che abbiamo posta in Argirocastro, con la quale svolgiamo un'attiva propaganda, è molto ascoltata e ci risulta che ottiene degli effetti. Credo che la resistenza greca sarà diversamente influenzata a seconda che la nostra azione sarà celere, decisa ed imponente, oppure prudente e limitata.

Vi è poi da considerare quale aiuto i greci possono ricevere dagli inglesi via mare.

 

DUCE: Escludo nel modo più assoluto l'invio di uomini: anche l'aviazione non ha forze da distogliere.

 

JACOMONI: L'unica preoccupazione potrebbe derivare dall’occupare parzialmente la Grecia, in quanto gli inglesi, da rimanenti basi, nel caso fossero in grado di mandare forze imponenti aeree, potrebbero portare le loro offese nell'Italia meridionale e in Albania. Gli apparecchi dell'aviazione greca sono 144, ciò che non costituirebbe una seria apprensione.

 

DUCE: Qual è lo stato d'animo della popolazione in Gre­cia?

 

JACOMONI: Appare molto profondamente depresso.

 

CIANO: Vi è una scissione netta tra la popolazione ed una classe dirigente, politica, plutocratica, che è quella che anima la resistenza e mantiene vivo lo spirito anglofilo nel Paese. È questa una piccolissima classe molto ricca, mentre l'altra parte è indifferente a tutti gli avvenimenti, compreso quello della nostra invasione.

 

JACOMONI: Hanno suscitato molta impressione sulla popola­zione greca le notizie che ho fatto divulgare sull'altezza dei salari in Albania.

 

DUCE: (invita il generale Visconti Prasca ad esporre la situazione militare).

 

VISCONTI PRASCA: Noi abbiamo preparato un’operazione contro l'Epiro che sarà pronta per il 26 corrente e che si presenta sotto auspici molto favorevoli. La situazione geogra­fica dell'Epiro non favorisce la possibilità alle altre forze greche di intervenire perché da una parte vi è il mare e dall'altra una intransitabile fascia alpina. Questo scacchiere ci permette una serie di avvolgimenti delle forze greche - calcolate a circa 30.000 uomini — ciò che ci consente l'occu­pazione dell'Epiro in breve tempo: 10 o 15 giorni.

Questa operazione — che potrebbe consentirci di liquidare tutte le truppe greche — è stata preparata nei minimi dettagli ed è perfetta per quanto umanamente possibile. La riuscita dell'azione ci porterebbe a migliorare le nostre posizioni, ci darebbe una frontiera più sicura ed il possesso del porto di Prevesa, che fa cambiare completamente la nostra situazio­ne.

Questa è la prima fase della nostra operazione da condurre a fondo nel modo migliore.

L'azione è però subordinata alle condizioni climatiche. Tra alcune settimane la stagione delle piogge provocherebbe serie difficoltà per la conquista dell'Epiro e della base di Prevesa.

 

DUCE: La data dell'inizio delle operazioni può essere anticipata ma non ritardata.

 

VISCONTI PRASCA: Lo spirito delle truppe è altissimo, l'entu­siasmo è al massimo grado. Non ho mai avuto da lagnarmi delle truppe in Albania. L'unica manifestazione di indiscipli­na che ho dovuto riscontrare è stata quella di ufficiali e soldati per eccesso nell'ansia di voler andare avanti e di voler combattere.

 

DUCE: Quante forze avete?

 

VISCONTI PRASCA: Circa 70.000 uomini oltre ai battaglioni speciali. Rispetto alle truppe che ci sono di fronte — circa 30.000 uomini — abbiamo una superiorità di due a uomo.

 

DUCE: E per quello che riguarda i mezzi: carri armati, difesa del nemico?

 

VISCONTI PRASCA: L'unica preoccupazione è costituita dall'a­iuto che potrebbe essere dato all'avversario dall'aviazione inglese, giacché quella greca, per me, non esiste.

Per quanto riguarda il fronte di Salonicco, bisogna fare qualche riserva a causa dell'andamento stagionale. Si potrebbe dar corso all'azione nell'Epiro.

 

DUCE: L'azione su Salonicco è importante, perché bisogna impedire che diventi una base inglese.

 

VISCONTI PRASCA: Per questa azione ci vuole un certo tempo. Il porto di sbarco è Durazzo che dista da Salonicco circa 300 chilometri. Occorreranno perciò un paio di mesi.

 

DUCE: Tuttavia non si può impedire agli inglesi di sbarcare a Salonicco. È importante che anche su questo fronte siano avviate due divisioni, perché potrebbe determinarsi il concor­so bulgaro.

 

VISCONTI PRASCA: Anche per iniziare la marcia su Atene, la base di tutto è l'occupazione dell'Epiro e del porto di Prevesa.

 

DUCE: E l'occupazione delle tre isole: Zante, Cefalonia e Corfù?

 

VISCONTI PRASCA: Certamente.

 

DUCE: Queste azioni debbono essere svolte contempora­neamente. Conoscete quale sia il morale dei soldati?

 

VISCONTI PRASCA: Non è gente che sia contenta di batter­si.

 

DUCE: Adesso un'altra cosa. Fissata la data, si tratta di sapere come diamo la parvenza della

fatalità di questa nostra operazione. Una giustificazione di carattere generale è quella che la Grecia è alleata dei nostri nemici, i quali si servono delle sue basi, ecc.; ma poi ci vuole l'incidente per il quale si possa dire che noi entriamo per mettere l'ordine. Se questo incidente lo fate sorgere è bene, se non lo determinate è lo stesso.

 

JACOMONI: Io posso fare qualcosa sulle frontiere; incidenti fra ciamurioti ed autorità greche.

 

VISCONTI PRASCA: Abbiamo predisposto delle armi e bombe francesi per fare un finto attacco.

 

DUCE: Tutto questo ha un valore assolutamente trascurabi­le per me; è per dare un po’ di fumo. Tuttavia è bene se potete fare in modo che ci sia l'appiglio all'accensione della mic­cia.

 

CIANO: Quando volete che l'incidente avvenga?

 

DUCE: Il 24.

 

CIANO: Il 24 ci sarà l'incidente.

 

DUCE: Nessuno crederà a questa fatalità, ma per una giustificazione di carattere metafisico si potrà dire che era necessario venire ad una conclusione.

Quello che occorre in questo genere di operazioni è di agire con la massima decisione, perché qui è il segreto del successo, anche nei confronti di quelli che potrebbero essere gli aiuti estranei.

Ora bisogna dare questo alibi in modo che si possa dire: « Volete andare al soccorso di questa gente che è già battu­ta? »

Questo è un discorso che i turchi potrebbero fare e che anche gli inglesi troverebbero conveniente seguire.

 

VISCONTI PRASCA: L'operazione è stata preparata in modo da dare l'impressione di un rovescio travolgente in pochi gior­ni.

 

DUCE: Per la responsabilità che mi assumo in questa faccenda, vi dico di non preoccuparvi eccessivamente di quelle che possono essere le perdite, pur essendo sollecito dal punto di vista umano, per la vita di un solo soldato. Dico ciò perché alle volte un capo si ferma, in considerazione delle gravi perdite subite.

 

VISCONTI PRASCA: Ho ordinato che i battaglioni attacchino sempre, anche contro una divisione.

 

BADOGLIO: La questione riguarda due argomenti: quello greco e quello dell'aiuto inglese. Io sono con voi completa­mente nel ritenere quasi sicura l'esecuzione di sbarchi inglesi. Essi sono molto più preoccupati per l'Egitto che non della Grecia, e nel Mediterraneo mettono mal volentieri le truppe sui piroscafi. Pertanto il solo possibile aiuto sarebbe quello dell'aviazione.

A questa previsione si potrebbe adottare il correttivo di far coincidere l’azione contro la Grecia con quella per Marsa Matruh. In questo caso è ben difficile che distolgano dei velivoli dall'Egitto per mandarli in Grecia. Ciò si può fare perché per il 26 corrente anche Graziani può essere pron­to.

 

DUCE: Io sarei per l'anticipo di alcuni giorni per l’azione Graziani. E poi il fatto della conquista di Marsa Matruh renderà ancora più difficile la possibilità di un simile aiuto, specialmente prevedendo che noi non ci fermeremo. Perduto il cardine dell'Egitto, anche se Londra potrebbe ancora sostenersi, l'impero inglese sarebbe in uno stato di disfatta. Le Indie sono in una situazione di sofferenza e gli inglesi non potrebbero più ricevere aiuti dal Sud Africa e dalla spina del Mar Rosso. Aggiungo una considerazione di carattere mora­le, e cioè che questo successo africano sarebbe di spinta ai soldati in Albania.

Ecco perché io desidero nelle due azioni un sincronismo con un leggero anticipo su quella africana.

 

BADOGLIO: Esaminando ora il problema greco, affermo che fermarci al solo Epiro non corrisponde alla situazione. Non esagero dicendo che dobbiamo occupare anche Candia e la Morea, se vogliamo occupare la Grecia.

L'operazione per l'Epiro studiata da Visconti Prasca va bene. Dato in sicurezza il fianco sinistro, le forze avversarie non dovrebbero presentare molte difficoltà. Abbiamo l'avia­zione...

 

DUCE: Noi metteremo nelle operazioni per lo meno 400 apparecchi, anche in vista di quello che può essere l'apporto inglese.

 

BADOGLIO: Bisogna che occupiamo tutta la Grecia se il problema vuole essere redditizio. Per questo occorrono circa 20 divisioni, mentre in Albania ne abbiamo nove, più una di cavalleria. È evidente che in queste condizioni occorrono tre mesi.

 

ROATTA: Tenendo conto di tutto, possiamo contare sull'e­quivalente di 11 divisioni. Per non fermarci all'Epiro, biso­gnerebbe intensificare l'invio di truppe. Ciò anche per non dare la sensazione che non abbiamo più fiato per andare avanti. Studiare quindi subito il problema dell'occupazione totale della Grecia.

 

DUCE: Stabilito l'inizio delle operazioni il 26 corrente e prevista la liquidazione dell'Epiro verso il 10-15 novembre, abbiamo fino a quel momento un altro mese per l'invio di nuove truppe.

 

VISCONTI PRASCA: L'invio di altre truppe dipende da quello che è lo svolgimento del piano e non possono essere mandate che ad Epiro occupato.

Non si tratta di un'azione travolgente nel tempo, ma di un'azione di sicurezza. In questa stagione non si può operare che nella Grecia meridionale.

Mantenendo Durazzo come base, per andare a Salonicco ci vuole un mese di tempo per l'invio di ogni divisione.

 

DUCE: Per chiarire i concetti che stiamo esponendo, doman­do come viene vista la marcia su Atene, dopo avere occupato l'Epiro.

 

VISCONTI PRASCA: Non la vedo con molta difficoltà. Un gruppo di 5 o 6 divisioni sarebbe sufficiente.

 

BADOGLIO: Io riterrei più urgente la marcia su Atene che su Salonicco, anche perché non sembra probabile uno sbarco inglese a Salonicco.

 

CIANO: Tanto più in considerazione di un intervento bulga­ro.

 

ROATTA: Ci vuole una pressione anche da quella parte.

 

DUCE: Ritenete che due divisioni siano sufficienti?

 

ROATTA: Sì.

 

DUCE: Adesso mi pare che le idee si vadano precisando: operazioni nell'Epiro — Salonicco — osservazione di quello che può succedere a causa dell'intervento bulgaro che ritengo probabile. Concordo pienamente per l'occupazione di Ate­ne.

 

VISCONTI PRASCA: Poi da Atene noi — in fondo — tagliamo la Grecia ed a Salonicco possiamo andarci partendo dalla capitale.

 

DUCE: Dal punto marginale dell'occupazione dell'Epiro fino ad Atene che distanza intercorre?

 

VISCONTI PRASCA: 250 chilometri con una rete stradale mediocre.

 

DUCE: E il terreno com'è?

 

VISCONTI PRASCA: Colline alte, aspre, brulle.

 

DUCE: E le direzioni delle valli?

 

VISCONTI PRASCA: Est-Ovest, quindi proprio in direzione di Atene.

 

DUCE: Questo è importante.

 

ROATTA: Ciò è vero sino ad un certo punto perché bisogna attraversare una catena di 2000 metri di altezza (illustra al Duce una carta geografica della zona).

 

VISCONTI PRASCA: Sono terreni sui quali ci sono una quantità di mulattiere.

 

DUCE: Le avete percorse queste strade?

 

VISCONTI PRASCA: Sì, parecchie volte.

 

DUCE: Adesso veniamo ad altri due argomenti: precisato tutto ciò, quante divisioni supplementari ritenete che sia necessario di inviare in Albania per occupare tutto il territo­rio che conduce ad Atene?

 

VISCONTI PRASCA: In un primo tempo basterebbero tre divisioni organizzate da montagna, naturalmente le circostan­ze decideranno. Ora queste truppe si potrebbero portare nel porto di Arta in una notte sola.

 

DUCE: Apporto albanese in truppe regolari e in bande, alle quali do una certa importanza.

 

VISCONTI PRASCA: Abbiamo presentato un piano al riguardo. Si vorrebbero organizzare bande da 2500 a 3000 uomini, inquadrate da nostri ufficiali.

 

JACOMONI: Le domande sono infinite. Molti mussulmani non conviene mandarli per evitare che facciano molte vendette.

 

DUCE: Quindi un certo numero di bande le potete organiz­zare?

 

VISCONTI PRASCA: È tutto organizzato. Ho già fatto un telegramma perché tengano tutto pronto e perché avvertano gli individui.

 

DUCE: Come le armate?

 

VISCONTI PRASCA: Qualche mitragliatrice leggera e bombe.

 

DUCE: Adesso un altro aspetto della situazione. Quali misure avete preso al confine jugoslavo?

 

VISCONTI PRASCA: Abbiamo due divisioni e un battaglione di carabinieri e finanza. In sostanza un copertura discreta.

 

DUCE: Non credo che ci saranno attacchi da quella parte, e poi le truppe si appoggiano a capisaldi già predisposti.

 

VISCONTI PRASCA: Bisogna aggiungere che il terreno si presta bene per la difesa. Si potrebbe verificare qualche infiltrazione attraverso i boschi, di piccoli reparti, ma niente da temere perché abbiamo tutto il confine guarnito. Un posto di finanza ogni 500 o 600 metri.

 

JACOMONI: In Albania vi sarebbe il desiderio di qualche richiamo di classi.

 

DUCE: Che gettito fornisce ogni classe?

 

JACOMONI: Circa 7000 uomini.

 

DUCE: Questo è da considerarsi con attenzione. Sono forze che, pur senza trascurare o respingere, non bisogna che costituiscano un apporto eccessivo per non far credere che l'Epiro sia stato da esse conquistato. Una certa partecipazio­ne degli elementi albanesi che non disturbi la popolazione sarebbe opportuna. Farei richiamare due o tre classi.

La difesa contraerea deve costituire poi oggetto del nostro particolare interesse perché bisogna evitare, nella misura del possibile, i bombardamenti della zona petrolifera, delle città albanesi, ed i paragoni che potrebbero essere fatti in confron­to della migliore difesa delle città delle Puglie. Occorre quindi apprestare mezzi antiaerei di notevoli proporzioni.

 

SODDU: Ho già disposto che siano spediti i 75 Skoda avuti dalla Germania.

 

VISCONTI PRASCA: La difesa di Tirana si riduce a due gruppi mentre tutta la difesa per l'Albania è di appena cinque gruppi.

 

DUCE: Occorrono per l'Albania almeno cento bocche da fuoco perché bisogna evitare i demoralizzanti bombardamen­ti diurni. Mandare tutti i pezzi Skoda e Oerlikon.

 

SODDU: Non li abbiamo ancora avuti tutti. Appena arrive­ranno li spedirò. Gli Oerlikon li mando in volo.

 

DUCE: Bisogna aggiungere alla difesa terrestre anche ì apparecchi da caccia. Per fortuna ne abbiamo una notevole disponibilità. Al 1° ottobre vi erano in Albania 52 apparecchi di pronto impiego e 15 di non immediato uso. In sostanza 67 apparecchi.

 

CIANO: C'è in partenza il 72° stormo.

 

DUCE: Mi pare che abbiamo esaminato tutti gli aspetti del problema.

 

BADOGLIO: I dettagli verranno stabiliti dallo Stato Maggiore dell'Esercito.

 

DUCE: Riassumendo: offensiva in Epiro; osservazione e pressione su Salonicco; in secondo tempo su Atene.

 

(La riunione ha termine alle ore 12,30)

Auto dattilografato.

Il presente verbale è stato approvato dal DUCE, a palazzo Venezia, il 16 ottobre 1940-XVIII – alle ore 14.

 

Il Segretario

Ten. Col. Addetto alla C.S.D.

f.to G. A. TROMBETTI

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

Dal Diario di Ciano

 

12 ottobre 1940

Il duce dice che l'iniziativa ha profon­damente ferito, e nel senso peggiore, l'opinione pubblica italiana, perché do­po i colloqui di Vienna nessuno s'at­tendeva questa soluzione. Gli chiedo se si è messo d'accordo con Badoglio. « Non ancora », mi risponde, « ma do le dimissioni da italiano se qualcuno trova da ridire sul fatto di battersi coi greci ». Il duce sembra ben deciso, questa volta. Personalmente ritengo l'iniziativa utile e di facile esecuzione.

 

14 ottobre 1940

Ancora una volta, Mussolini mi parla dell'operazione contro la Grecia e fis­sa, come data d'inizio, il 26 ottobre. Le informazioni di Jacomoni sono assai favorevoli, soprattutto per ciò che ri­guarda l'atteggiamento delle popolazio­ni della Ciamuria, assai ben disposte nei nostri riguardi.

 

15 ottobre 1940

Dal duce, a Palazzo Venezia, per una riunione sulla questione greca. Vi pren­dono parte: Badoglio, Roatta, Soddu, lacomoni. Visconti Prasca e io. Della riunione viene fatto un verbale steno­grafico. Più tardi, ho un colloquio a Palazzo Chigi con Ranza e Visconti Prasca, che espongono il loro piano operativo, nonché con Jacomoni, che descrive la situazione militare. Dice Jacomoni che in Albania l'attesa è enor­me ed entusiastica. La gioventù alba­nese, che ha sempre mantenuto un at­teggiamento di riserbo nel nostri con­fronti, esprime ora apertamente il pro­prio consenso.

 

17 ottobre 1940

Il duce è a Terni. Il maresciallo Badoglio viene a trovarmi e mi parla con grande serietà dell'azione contro la Gre­cia, I tre capi di Stato Maggiore sono d'accordo, dice, nel giudicare le forze disponibili insufficienti; la marina ritie­ne impossibile eseguire un'azione di sbarco a Prevesa, perché c'è troppo poco fondale. Le parole di Badoglio hanno un accento pessimistico: prevede che la guerra durerà a lungo, e la conseguenza sarà il logoramento delle nostre riserve, già di per sé abbastanza scarse. Mi limito ad ascoltarlo senza scendere in discussione. Gli faccio solo osservare che, dal punto di vista po­litico, la situazione è buona...

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano 

 

IL CAPO DEL GOVERNO MUSSOLINI
AL RE DI BULGARIA BORIS III

 

L. s. N.           

 

Roma, 16 ottobre 1940.

 

Ho deciso di iniziare il regolamento dei conti colla Grecia entro questo mese di ottobre.

Si presenta per Voi e per la Bulgaria una occasione storica per realizzare l'antica e giusta aspirazione dello sbocco all'Egeo.

AnnunciandoVi le mie decisioni non intendo di influire sulle Vostre e di sollecitare un concorso da parte delle Vostre forze armate.

Voi farete quello che Vi detterà la Vostra coscienza e responsa­bilità di Re e gli interessi del Vostro popolo.

Vi prego, Maestà, di accogliere l'espressione del mio rispetto e i miei saluti cordiali.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

COMANDO SUPERIORE TRUPPE ALBANIA (XXVI C.A.)
UFFICIO STATO MAGGIORE - SEZIONE OPERAZIONI
ALLO STATO MAGGIORE ESERCITO
UFFICIO OPERAZIONI II (OLTREMARE)

 

N. 024905 DI PROT.      

 

P.M. 22/A, 17 ottobre 1940-XVIII

 

OGGETTO: Afflusso nuove unità in Albania il cui impiego è previsto per l'ipotesi offensiva « G ».

 

Allo Stato Maggiore Regio Esercito

Ufficio Operazioni II (Oltremare)      

 

POSTA MILITARE 9

e per conoscenza:

Al Ministero della Guerra-Gabinetto                                                                        ROMA

 

In relazione a quanto stabilito nella riunione tenuta alla pre­senza del Duce e di quanto ebbe a comunicarmi la Ecc. Roatta, tenuto conto dei probabili sviluppi operativi nel compartimento ma­cedone e nel compartimento Epiro, rappresento l'opportunità che sia provveduto all'immediato invio in Albania delle sottoindicate unità che dovrebbero sbarcare a Durazzo nell’ordine che indico:

— i quattro gruppi di artiglieria alpina;

— la divisione motorizzata « Trieste »;

— una divisione di fanteria da montagna « Modena ».

Dette divisioni dovrebbero essere al più presto a disposizione di questo Comando per le seguenti esigenze:

— la divisione di fanteria in vista di una possibile evoluzione nel compartimento macedone in relazione ad un eventuale inter­vento bulgaro su Salonicco;

— la divisione motorizzata per il successivo rapido sviluppo del­le operazioni in Epiro in direzione Arta-Missolunghi.

Contemporaneamente in Patria dovrebbero essere apprestate e te­nute pronte per un sollecito invio in Albania le seguenti unità:

— le due divisioni alpine;

— la seconda divisione di fanteria prevista.

Per tali unità lo sbarco potrebbe essere effettuato a Valona o a Porto Edda, non appena avvenuta l’occupazione di Corfù, e nei porti più a sud, una volta occupate le altre note isole.

Per l’effettuazione degli sbarchi a Valona e specialmente a Porto Edda, occorrerà interessare la R. Marina per tutti quei provvedi­menti e predisposizioni che si rendono necessari per gli sbarchi da effettuarsi in rada.

Inoltre, sarebbe opportuno tenere pronti in Patria tre reggi­menti di cavalleria con batterie 65/17 someggiate e con comando tat­tico divisionale relativo e da impiegare per gli sviluppi delle ope­razioni a più largo raggio. Ciò tenuto conto dello speciale rendimento che unità del genere potrebbero dare per una rapida occupazione del paese ove le rotabili sono rare.

 

Il Generale Comandante       

                                                                                   VISCONTI PRASCA                                                                               

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona

 

 

IL RE DI BULGARIA  BORIS III
AL CAPO DEL GOVERNO MUSSOLINI

 

L. S. N.

 

Sofia, 18 ottobre 1940.

 

Profondément touché de la pensée que Vous avez eu de me signaler, par Votre message historique du 16 octobre, Vos décisions, je Vous en remercie du tout cœur. Je suis particulièrement sensible à l'attention humaine et pleine d'égards que Vous me témoignez en me notifiant l’existance de possibilités qui se présenteront pour mon pays de réaliser certaines de ses aspirations nationales, tout en me donnant la liberté de conscience et le conseil d'agir conformément à mes responsabilités de roi et selon les intérêts de mon pays. Vu les conditions générales actuelles et surtout la position toute particulière de la Bulgarie, je puis, mieux que jamais, apprécier la grandeur et la noblesse de l'esprit qui a dicté ce message si clair et si bienveillant.

Vous avez deviné en effet, Excellence, la situation spécialement délicate de la Bulgarie. A la suite des circonstances défavorables qui ont empeché et retardé la réarmement suffisant de son armée et entourée de voisins que Vous connaissez, elle se voit obligée d'agir avec beaucoup de perspicacité et de prudence, sans toutefois renoncer à ses droits sacrés et à sa mission historique.

Pour les raisons susmentionnées la Bulgarie est contraente de s'abstenir d'une action armée. Tout de même, et sans vouloir nous attribuer de mérites exagérés, la ' Bulgarie par sa situation géographique, per la renommée dont jouit son armée et surtout par son attitude qui ne se prete pas aux equivoques, retient et continuera à retenir une panie considérable des forces de ses voisins.

En Vous remerciant cordialement de Vos sentiments de sympathie à l'égard du peuple bulgare et de l'amitié que Vous me témoignez toujours, je Vous prie, Excellence, de recevoir l'expression de mes sentiments d'amicale admiration auxquels je joins mes vœux les plus sincèrement chaleureux.

Puissent Vos initiatives géniales apporter toujours la grandeur de Votre noble Pays et aboutir à l'établissement d'un nouvel ordre en Europe, basé sur une pair juste et durable.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona

 

 

IL CAPO DEL GOVERNO MUSSOLINI

AL CANCELLIERE DEL REICH ADOLF HITLER

 

L. S. N.

 

Rocca delle Caminate, 19 ottobre 1940.

 

Dopo il nostro incontro del 4 ottobre al Brennero, ho molto riflettuto su taluni dei problemi che furono oggetto del nostro esa­me, e sono venuto alle conclusioni che mi faccio un dovere di comunicarVi.

Comincio dalla Francia.

I nostri informatori e a più forte ragione — io penso — i Vostri, sono unanimi nell'affermare che i francesi odiano l’Asse più di prima, che Vichy e De Gaulle si sono divise le parti e che i francesi non si ritengono battuti, perché — essi dicono — non hanno voluto combattere. Vichy è in contatto con Londra via Lisbo­na. Essi, nella loro grandissima maggioranza, sperano negli Stati Uniti che assicureranno la vittoria della Gran Bretagna. Con questa Stimmung non si può pensare a una loro collaborazione. Né bi­sogna cercarla. Se ciò accadesse — i francesi dopo avere negato la loro disfatta, crederebbero e farebbero credere che la vittoria sulla Gran Bretagna sarebbe, dovuta a loro e soltanto a loro e sarebbero capaci di presentarci il conto. Scartata, quindi, l’idea di una ade­sione francese a un blocco continentale anti-inglese, credo tuttavia venuto il momento per stabilire la fisionomia metropolitana e co­loniale della Francia di domani, ridotta come Voi giustamente vo­lete a proporzioni che le impediscano di ricominciare a sognare espansioni ed egemonie. Cominciamo dalla popolazione. Il censi­mento del 1936 dava presenti in Francia 41.950.000 abitanti, dei quali 2.700.000 stranieri e 2.300.000 naturalizzati da recente o remota data. Sono cinque milioni di non francesi. Degli 850.000 italiani che formavano la massa più imponente degli stranieri, io ne faccio rim­patriare 500 al giorno e spero di arrivare ad un totale di almeno 500.000 in un anno. Io calcolo che le Vostre e le mie acquisizioni territoriali, toglieranno alla Francia altri 4 milioni di abitanti. Il Trattato di pace dovrebbe quindi ridurre e ridurrà la Francia a una popolazione di 34-35 milioni di abitanti, con tendenza a diminuire ulteriormente perché ritengo assai improbabile una ripresa demogra­fica del popolo francese. Quanto alle acquisizioni di carattere metro­politano e coloniale avanzate dall'Italia, esse sono come Vi ho detto

assai modeste: si limitano al Nizzardo, alla Corsica e alla Tunisia. Non conto la Somalia perché è un classico deserto. Sono cioè le ri­chieste che avrebbero potuto essere discusse anche prima della guer­ra se l'incoscienza di Daladier non avesse risposto coi suoi jamais e che mi furono presentate — quale base di discussione — per il mantenimento della non belligeranza da parte dell'Italia. Liquidate inoltre le questioni di carattere finanziario-economico in dipendenza della guerra, l’Italia non avanza e non avanzerà ulteriori richieste nei confronti della Francia.

Si tratta — ora — di vedere se si può considerare maturo il tempo per questa chiarificazione dei rapporti Asse-Francia. E su que­sto punto essenziale sarò molto lieto di conoscere la Vostra opi­nione.

Posizioni inglesi nel Continente.

Credo che nell'ipotesi di un prolungamento della guerra Voi siate d’accordo con me nel ritenere indispensabile di scardinare le superstiti posizioni inglesi nel Continente europeo. Questo scardinamento è un’altra condizione della vittoria. Esse sono le seguenti: Portogallo, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto, Svizzera. Quanto al Portogallo, il suo atteggiamento è neutralizzato dalla Spagna. Nessuna illusione dobbiamo farci per, quanto riguarda la vera Stimmung jugo­slava verso l’Asse. Essa è irriducibilmente ostile. Vi accludo un rapporto della mia Polizia che dimostra la neutralità e l'attività cri­minale jugoslava nei confronti dell’Italia. È un cattivo vicino ed ha una cattiva coscienza. La Jugoslavia non può vivere così com’è. Serbi e Croati sino oggi più lontani che mai. L’esperimento Macek è completamente fallito. Per il momento io non intendo modificare l’atteggiamento dell'Italia nei confronti della Jugoslavia, atteggia­mento di attenta vigilanza.

Per la Grecia io sono deciso a rompere gli indugi e prestissimo. La Grecia è uno dei capisaldi della strategia marittima inglese nel Mediterraneo. Re inglese, classe politica inglese, popolo immaturo, ma educato all’odio contro l’Italia. La Grecia ha proceduto alla mobilitazione delle sue forze, ha, sin dal maggio, messo a disposi­zione della Gran Bretagna basi aeree e navali, come risulta dai do­cumenti che von Ribbentrop ebbe la cortesia di mandarmi dopo la scoperta di Vitry la Charité; in questi ultimi giorni ufficiali inglesi hanno praticamente preso possesso di tutti i campi della Grecia. Insomma la Grecia è nel Mediterraneo quello che era la Norvegia nel Mare del Nord e non deve sfuggire a un identico destino. Credo che la Turchia, altra pedina del gioco inglese, non si muoverà specie se aumenterete — come certamente farete — le Vostre truppe di oc­cupazione in Romania. Quanto all’Egitto la ripresa delle operazioni è subordinata a un rude lavoro di preparazione logistica, simile a quello che avete dovuto compiere Voi in previsione dello sbarco in Gran Bretagna. Ad ogni modo io spero di poter condurre l'azione simultaneamente e sul fronte greco e su quello egiziano. Conclusa questa seconda fase offensiva, che deve conquistare il caposaldo di Marsa Matruh (230 km. da Alessandria) resterà da affrontare,la bat­taglia decisiva del Delta. È per questa fase che dev’essere esaminato il concorso dei vostri mezzi corazzati. Il gen. Torna che è andato in Cirenaica Vi riferirà.

Sono sicuro che non Vi sorprenderete di vedere anche la Sviz­zera compresa fra le superstiti posizioni continentali della Gran Bre­tagna. Col suo incomprensibile atteggiamento ostile la Svizzera pone da sé il problema della sua esistenza.

Desidero dire ora una parola per quanto riguarda la Spagna. L’assunzione della direzione degli Affari Esteri da parte di Suñer, ci dà la garanzia che le correnti ostili all'Asse sono eliminate o al­meno contenute. Non ritengo invece migliorata la situazione interna economica. Esprimo ancora la convinzione che sia più conveniente per noi la non-belligeranza spagnola che l'intervento. Dobbiamo te­nere l'intervento come una riserva; è una carta che dobbiamo gio­care al momento più opportuno, secondo determinate circostanze, co­me quella di un prolungamento della guerra a tutto il 1941 o ad un intervento aperto degli Stati Uniti. Intanto la Spagna avrà il tempo necessario per prepararsi.

Contrariamente alle mie abitudini Vi ho scritto una lunga let­tera, ma non potevo non prospettarvi il mio pensiero sulle molte questioni che furono oggetto del nostro incontro al Brennero.

Vi prego, Führer, di credere ai sensi della mia cameratesca ami­cizia che le prove comuni e gli eventi rendono sempre più profonda e accogliete i miei più cordiali saluti.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona 

 

19 ottobre 1940

 

Nota del Luogotenente generale in Albania Jacomoni
al sottosegretario di stato per gli affari albanesi, Benini

 

Una nota del luogotenente in Albania Francesco Jacomoni informa il sottosegretario di stato per gli affari albanesi, Benini sull'azione svolta per creare nell'opinione pubblica greca un atteggiamento di consenso e della predisposizione degli incidenti di frontiera che avrebbero dovuto giustificare l'ingresso delle truppe italiane in territorio greco.(g)

 

 

PROM. SEGRETO S.N.                                                                                  Tirana, 19 ottobre 1940 

In base agli ordini ricevuti dall'Eccellenza il Ministro ho intensificato l'azione intesa a creare l'ambiente più favorevole al rapido e vittorioso sviluppo delle nostre operazioni militari contro la Grecia.

Il centro di propaganda di Argirocastro, a mezzo delle trasmissioni radio in lingua greca e del giornale Vulneti, ripete ai greci l'invito a considerare le gravi conseguenze che possono derivare al loro paese dalla cieca ostinazione dei governanti di Atene a seguire la politica di ostilità verso le Potenze dell'Asse, voluta dall'Inghilterra.

Albanesi di nostra fiducia e che godono prestigio in Grecia partiranno domani per incontrarsi a Janina ed in altre città con loro amici che potrebbero efficacemente propagandare i vantaggi di una collaborazione italo-greco-albanese, la potenza guerriera dell'Italia e la inutilità di un ridicolo giuoco di forza tra l'Italia e la Grecia. Tale azione, svolta alla immediata vigilia del nostro intervento militare, tende a creare disorientamento e sconforto nell'animo di personalità dirigenti.

I nostri amici si indirizzano ad influenzare capi religiosi e alti ufficiali dell'eserci­to.

Il capo della chiesa ortodossa albanese appoggia validamente la nostra azione.

Essendomi stato riferito che ufficiali greci in servizio lungo la linea di frontiera si sono interessati al trattamento fatto dall'Italia ai colleghi albanesi, ho pregato l'Eccellenza Visconti Prasca di far intensificare i contatti fra gli ufficiali dei due eserciti, dando fiducia ad eventuali aiuti ed appoggi ai militari greci favorevoli alla nostra causa. Una efficace azione in tale campo potrebbe alleggerire lo sforzo iniziale delle nostre truppe. Ho perciò messo a disposizione del Generale Visconti, per tale scopo, un congruo fondo.

Sono in via di costituzione alcuni battaglioni di volontari albanesi, che operano agli ordini delle nostre unità.

Sto inoltre approntando elementi albanesi di provato coraggio, in massima parte ciamurioti, che dovranno entrare clandestinamente in territorio greco per compiere, al momento dello scatto delle nostre truppe ed in collaborazione con loro amici di oltre frontiera, i seguenti atti:

            a) distruzione delle linee telefoniche e telegrafiche;

b) soppressione di posti di guardia e di avvistamento lungo le vie di comunica­zione;

            c) disarmo di gendarmi;

            d) tiri di disturbo a tergo delle truppe greche operanti;

            e) attentati contro capi militari decisi alla lotta;

            f) incitamento alla rivolta, alla diserzione ed alla resa.

 Alcuni di tali elementi verranno, a cura del nostro servizio informazioni militari, forniti di piccole stazioni radio utili per far pervenire tempestivamente ai nostri comandi notizie sulla situazione delle forze greche.

 Saranno in tutto 200-250 uomini, che agiranno a piccoli gruppi in tutta la zona delle operazioni.

Di questa attività ho dettagliatamente informato il Comandante Superiore delle Truppe, che la trova assai utile e la appoggia.

 Le località e le ore di sortita dei nuclei, nelle 48 ore precedenti all'inizio delle operazioni, a partire dalla notte sul 24 ottobre, verranno tempestivamente comuni­cate alle unità schierate alla frontiera.

Ogni uomo verrà fornito di un segno di riconoscimento, noto soltanto alle nostre truppe operanti.

Mentre provvedo a creare l'ambiente più favorevole alla nostra marcia oltre frontiera, procedo alla preparazione degli incidenti che potranno giustificare il nostro fulmineo intervento militare in Grecia:

 — lancio, su qualche località albanese, da parte di un aereo che rimarrà sconosciuto, di manifestini in lingua albanese, con i quali verrà fatto invito agli albanesi di ribellarsi agli italiani e di far causa comune con gli inglesi ed i greci;

 — fucilate, da parte di nostri agenti in territorio greco, contro nostri posti di frontiera e contro

pacifici albanesi in movimento nelle regioni di frontiera;

— scoppio di una bomba nel nostro ufficio Luogotenenziale di Porto Edda, come risultato di un complotto organizzato da agenti inglesi e greci.

A questi fatti, che dovranno verificarsi tra il 22 e il 24 ottobre ed ai quali farò dare dalla stampa carattere di provocazione e grande risalto, seguiranno, nei maggiori centri albanesi, dimostrazioni contro l'Inghilterra ed il governo di Atene.

Al momento dell'inizio delle ostilità farò poi lanciare sul territorio greco i manifestini di propaganda già trasmessi per l'esame.

Rientrando in Albania ho visto molte truppe in movimento, animate da elevatissimo spirito guerriero. Le forze in arrivo sono accolte con vivo entusiasmo Nei maggiori centri v'è una insolita animazione. Negli albanesi si nota un senso di attesa, di fiducia e di fierezza.

Da molte parti mi pervengono invocazioni alla lotta contro i comuni nemici e offerte di

collaborazione.

I consoli stranieri continuano nell'affannosa ricerca di notizie sulle nostre forze militari e sulle nostre intenzioni.

Persone giunte dalla Grecia confermano il senso di preoccupazione e di turbamento che colà regna per l'eventuale nostro intervento militare. Le popolazioni della Ciamuria attendono con ansia il nostro arrivo.

Maggiori e più precise notizie le avrò dal consigliere superiore fascista Nebil Dino, attualmente in Grecia in missione politica segreta e che giungerà nei prossimi giorni a Tirana per riferire.

L'Eccellenza il generale Visconti Prasca mi ha ieri assicurato che il 23 ottobre li sue truppe saranno pronte a scattare.

In tutti v'è il desiderio vivissimo di lottare e la certezza della vittoria.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona 

 

 

STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO
UFFICIO OPERAZIONI II (OLTREMARE) SEZ. I (M)
AL COMANDANTE SUPERIORE TRUPPE ALBANIA

 

N. 4100 DI PROT.        

P.M. 20 ottobre 1940-XVIII

e, per conoscenza:

Ecc. Capo di Stato Maggiore Generale

Ecc. Capo di Stato Maggiore R. Marina

Ecc. Capo di Stato Maggiore R. Aeronautica

Ecc. Sottosegretario di Stato per la Guerra

 

OGGETTO: Emergenza « G ».

 

Allegati: Carta aeronautica al milione - foglio 7 - Tirana-Salonicco­Atene.

 

Presi gli accordi superiori, comunico:

1) Le ostilità contro la Grecia si inizieranno, come sin’ora previsto, coll’occupazione dell’Epiro, e con quella contemporanea dell’isola di Corfù.

— Per la occupazione dell’Epiro si procederà come indicato nel foglio di questo S.M. n. 3833 del 14 ottobre.

Le forze operanti in questo scacchiere saranno però aumentate se V.E. lo riterrà opportuno — della divisione « Piemonte » (vedi telegramma di questo S.M. n. 08395/407 del 19 c.m.).

Inoltre l'occupazione dell'Epiro anziché essere limitata, secondo le precedenti disposizioni, alla linea del fiume Arta (Arakthos), sarà estesa in vista dell'ulteriore avanzata.

È essenziale che tale estensione includa le posizioni dominanti da sud e da est il golfo di Arta, in modo che le G.U. di rinforzo (di cui in seguito), permettendolo il canale di accesso, possano sbar­care nel golfo in parola.

— La occupazione dell'isola di Corfù (affidata per la parte na­vale e per lo sbarco all'Ecc. l'ammiraglio di squadra Tür, e per la parte terrestre al generale di divisione Zaccone, comandante la di­visione « Bari ») si svolgerà secondo le « Direttive in vigore ».

Dettagli circa lo svolgimento delle operazioni e circa il momento in cui la divisione « Bari » passerà alle dipendenze di V.E. risultano dal foglio 4030 del 18 ottobre u.s.

2) Durante la fase di occupazione dell'Epiro, le truppe dislo­cate alla frontiera greca del Korciano manterranno atteggiamento difensivo-attivo, per dare l'impressione, compatibilmente con le loro forze, che anche da quella parte intendiamo avanzare.

3) Durante la fase in parola, ed in quelle successive, le truppe dislocate alla frontiera jugoslava manterranno l’atteggiamento attualmente per esse previste.

A detta frontiera debbono essere evitati, per parte nostra, inci­denti.

4) Non appena giunti a piè d’opera rinforzi sufficienti, sarà proseguita l’avanzata dall’Epiro, con obiettivo Atene.

— Detta avanzata avverrà nelle direzioni generali: Arta-Lamia-Atalanti-Tanagra;

Agrinion-Messologhion-Atene.

— Durante tale movimento sarà provveduto a proteggere la sinistra da reazioni avversarie provenienti dalla Tessaglia.

— Appena possibile tale movimento si dovrà occupare la sponda sud del canale di Corinto (zona di Perivali).

5) Contemporaneamente a detta avanzata, le truppe del Kor­ciano (convenientemente rinforzate) passeranno anch’esse all’offen­siva, in direzione di Florina e Kastoria.

— Scopo di tale azione: fissare le truppe greche fronteggianti; attirare truppe da est e dalla Tessaglia, o — quanto meno — l’at­tenzione del comando greco anche da quella parte; procacciarci buone condizioni per un'ulteriore avanzata su Salonicco.

— V.E. vedrà se convenga o meno, nello stesso momento, ed a scopo analogo, incaricare le truppe dislocate sul Pindo (passo di Me­covon) di delineare anch’esse una minaccia sulla Tessaglia.

— È chiaro che, presentandosi situazione eccezionalmente fa­vorevole (grave collasso greco interno e, conseguente abolizione di resistenze degne di nota), l’avanzata dall’Epiro su Atene e le opera­zioni dal Korciano potrebbero iniziarsi senza attendere i rinforzi per il caso normale previsti.

6) Comandi:

— Sono destinati costi, alla Vostra dipendenza, i generali di divisione i.g.s. Rossi Carlo e Nasci.

Uno di essi, a scelta di V.E., è destinato ad assumere il co­mando di un C. d’A. di formazione sul fronte epirota.

L’altro (che non può — per ovvie ragioni — assumere il posto già previsto per il generale Francisci), sarà da V.E. incaricato, o di assumere il comando di un secondo C.A. di formazione al fronte suddetto, od altro da Voi stabilito.

Dato il prosieguo dell'azione dall'Epiro su Atene, e le forze che prenderanno parte alle operazioni contro la Grecia, non sem­bra opportuno assegnare ad uno dei suddetti generali il comando del fronte statico alla frontiera jugoslava.

Si attende comunicazione delle decisioni di V.E. in proposito, e del conseguente « quadro di battaglia ».

— I suddetti ufficiali generali giungono costi con un piccolo S.M., che provvederete ad integrare, segnalando a questo Supereser­cito ulteriori fabbisogni in proposito.

— Data l'urgenza, e dato che il comando del XXVI C.A. è com­preso nell’organico di pace (e non si può abolire) resta inteso che uno dei due comandi di corpo d'armata in parola si identificherà col comando del XXVI corpo, e l'altro sarà un « comando tattico ».

— Il comando superiore truppe Albania cesserà dall'identifi­carsi, come attualmente, col comando del XXVI corpo.

L’attuale direzione dei servizi verrà gradatamente convertita in Intendenza (con a capo l'attuale direttore).

7) Rinforzi:

Con riferimento al Vostro foglio 024905 in data 17 corrente, vengono costi avviati, ai porti di Durazzo e Valona, in ordine di precedenza:

a) reparti e materiali della R. Aeronautica;

b) reparti contraerei e gruppi di artiglieria alpina; precisa­mente:

— 12 batterie c.a. da 20;

— 1 gruppo c.a. 75 Skoda su 3 btr.;

— 1 gruppo c.a. da 75 C.K. su 2 btr.;

— 2 gruppi c.a. da 75/46 su 2 btr.;

— 4 gruppi art. alpina « valle » su 3 btr.;

c) 1 battaglione carri armati M 13;

d) divisione motorizzata « Trieste » su autocarrette;

e) divisione da montagna.

I trasporti di cui in a), b) e c) saranno ultimati, salvo impre­visti, entro la fine del corrente mese.

Quello della divisione « Trieste », data la scarsità di piroscafi atti al trasporto di automezzi, non potrà essere ultimato prima del 15 novembre.

Per il trasporto della divisione da montagna (in cui in e)), non si possono ancora fare previsioni.

Siete pregato di comunicare se preferite che detta divisione sia di « fanteria da montagna » od « alpina ».

Vengono inoltre approntate per l'Albania le seguenti G.U.:

— 1 o 2 divisioni da montagna (a seconda di quanto indiche­rete per la divisione di cui sopra);

— 1 o 2 divisioni alpine (a seconda di quanto indicherete per la divisione di cui sopra);

— 1 divisione celere di formazione (con costituzione il più pos­sibile adeguata a quella da Voi proposta nel Vostro foglio sopracitato).

Di queste 4 divisioni, avendo Voi comunicato che ne occorrono 3 per l'azione dall'Epiro su Atene, 2 verrebbero sbarcate possibilmente nel golfo di Arta, od — altrimenti — nei porti albanesi più prossimi (la terza essendo rappresentata dalla divisione motorizzata anzi ac­cennata).

Le altre due verrebbero sbarcate a Durazzo-Valona.

Siete pregato, quando lo riterrete opportuno, di comunicare come desiderate siano ripartite dette 4 divisioni.

L’aviazione da osservazione R.E. sarà aumentata con una ter­za squadriglia Ro 37, che si dislocherà a Valona (42.a squadriglia, incaricata anche di coadiuvare l'occupazione di Corfù). Il suo posto, a Bari, sarà assunto da 2 squadriglie provenienti dall’Alta Italia.

8) Le operazioni in parola (come già comunicato col telegram­ma 08395/407 del 19 c.m.) avranno inizio il 28 ottobre corrente.

9) Per i collegamenti fra il comando superiore Albania (co­mando tattico) e questo Stato Maggiore, Vi sarà assegnata una sta­zione A 310 con relativo personale che farà maglie con la stazione r. t. permanente di Roma e con la A 310 del comando divisione « Bari » (Corfù).

Riserva di comunicare frequenze ed indici di collegamento.

Finché possibile, però, le comunicazioni dovranno essere tra­smesse per filo.

Per il collegamento con Armero, valgono le norme della pub­blicazione n. 669/S del 10 giugno 1940.

In base alle disposizioni della pubblicazione suddetta questo S.M. provvederà al collegamento r.t. diretto tra codesto comando superiore ed il comando della IV zona aerea, presso il quale è già stato comandato un ufficiale di collegamento alle dipendenze di co­testo comando superiore (foglio 4055 del 19 corrente).

10) Riserva di comunicazione circa l’orario di trasmissione delle novità periodiche durante le operazioni.

Pregasi ricevuta telegrafica citando numero presente foglio.

 

Il Sottocapo di S.M. dell'Esercito

M. ROATTA              

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano 

 

 

IL LUOGOTENENTE GENERALE IN ALBANIA JACOMONI
AL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI BENINI

 

PROM. SEGRETO S. N.  

 

Tirana, 21 ottobre 1940.

 

Il lavoro politico inteso a creare in Grecia un ambiente favo­revole al rapido sviluppo delle nostre operazioni militari procede con risultati promettenti.

Da più parti viene riferito che:

— le trasmissioni in lingua greca della nostra radio di Argi­rocastro sono ascoltate, oltre confine, con vivo interesse;

— greci dell'Epiro cercano di procurarsi amicizie fra gli albanesi della Ciamuria;

— Nebil Dino telegrafa da Atene che ha avuto colloqui inte­ressanti, sui quali riferirà rientrando prossimamente a Tirana;

            — continuano gli scambi di cortesie tra ufficiali italiani e greci sulla linea di frontiera;

— alcuni ufficiali greci sarebbero stati arrestati per essersi manifestati contrari alla politica di Atene.

Viene altresì riferito che unità dell'esercito sarebbero demo­ralizzate per lo stato di disagio in cui vivono. Le truppe difette­rebbero di alloggi, di materiali e di vettovaglie.

Gli inglesi residenti in Grecia cercano di tenere alto il morale delle forze armate e del popolo, concedendo aiuti e promettendo appoggio militare, ma pare che la loro azione non ispiri grande fi­ducia.

            È opinione di molti che se il nostro urto iniziale sarà violento si avrà uno sbandamento delle forze greche.

Assai temuta è l'azione aerea.

Mi permetto perciò raccomandare la concessione all’Eccellenza il Generale Ranza dei mezzi bellici da lui ritenuti necessari, prospet­tando nel contempo la opportunità che qualche squadriglia da caccia e da bombardamento in più del previsto venga messa a disposizione dello stesso generale per i soli primi giorni di ostilità. Ciò            anche nella considerazione che il comandante dell'aeronautica d’Al

bania dovrà, nel giorno X, appoggiare anche la nostra azione dal­l’Italia su Corfù.

Il Comandante Superiore delle truppe ritiene di poter far fronte alle sue esigenze con i mezzi di cui già dispone e di quelli segnalati in arrivo.

È solo da ricordare, per il caso il Ministero della Guerra possa provvedervi, che i mezzi di difesa antiaerea per il territorio alba­nese sono assai scarsi.

Da parte mia intensificherò l'azione politica intesa a dare ap­poggio a quella militare. Essa sarà svolta, come in passato, in pieno accordo con le autorità militari e in modo da non dare l'impres­sione di un'azione bellica imminente; sarà così possibile assicurare il fattore sorpresa.

Ho già concretato con l'Eccellenza Visconti Prasca i partico­lari degli incidenti che dovranno verificarsi prima del giorno X, per giustificare il nostro fulmineo intervento militare, e dell'azione che dovranno svolgere oltre frontiera, nuclei di ardimentosi albanesi e valacchi, al momento dello scatto delle nostre truppe.

Con telegramma per corriere ho proposto il trasferimento in un albergo di Durazzo, all’atto dell’inizio delle ostilità, dei Consoli di Grecia, ed il concentramento in una scuola di Elbasan dei sudditi greci qui residenti. Gli uni e gli altri potranno poi essere avviati in Italia o in Grecia, via Jugoslavia, secondo le istruzioni di V.E.

Pure con telegramma ho proposto l’immediato invio in Italia di un gruppo di confinati e di una parte dei detenuti albanesi, per rendere disponibili alcune prigioni.

Mi pervengono reclami di Ditte, qui adibite a lavori non di par­ticolare urgenza, per la requisizione di automezzi operata dalle Auto­rità militari.

Cercherò di conciliare le varie esigenze, tenendo nel massimo conto quelle delle forze armate.

Pregherei di voler esaminare la opportunità di far venire a Ti­rana, entro la corrente settimana, l’Ambasciatore Nebil Dino, di Prevesa, che gode molto prestigio in Ciamuria ed il Generale Zef Sereggi: il primo potrebbe essere da me incaricato di missioni spe­ciali nel territorio occupato; il secondo verrebbe messo a disposi­zione del Comando superiore delle truppe per il collegamento, so­prattutto morale, con i reparti albanesi mobilitati, L’Eccellenza Vi­sconti Prasca è favorevole alla venuta del Sereggi.

Potrebbe altresì essere qui destinato, per la durata delle opera­zioni militari, il battaglione della guardia reale albanese.

Salvo ordini in contrario farò convocare per il 28 ottobre, in seduta plenaria, il Consiglio Superiore Fascista Corporativo, per l'ap­provazione di alcune importanti leggi. Avrò così la possibilità di far svolgere dagli esponenti del Regime albanese, nello stesso giorno 28, se le ostilità saranno state iniziate, una solenne manifestazione di giubilo e di fede per il nostro intervento militare in Grecia.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona

 

 

COMANDO SUPERIORE TRUPPE
UFFICÌO STATO MAGGIORE - SEZIONE OPERAZIONI

 

SEGRETO        

22 ottobre 1940

 

DIRETTIVE PER LE OPERAZIONI
IPOTESI OFFENSIVA « G »
PRESUPPOSTO POLITICO-MILITARE

 

Il presupposto politico-militare considera:

— una nostra azione offensiva per occupare l'Epiro;

— preventiva, o contemporanea, occupazione dell'isola di Corfù, delle isole di S. Maura, Cefalonia e Zante, da effettuarsi da parte di forze provenienti dalla Madre Patria;

— Jugoslavia neutrale.

 

PARTE I

DIRETTIVE PER LE OPERAZIONI
IPOTESI OFFENSIVA « G »

 

Premessa

Le presenti direttive riguardano una nostra eventuale opera­zione offensiva contro la Grecia per la conquista dell'Epiro.

 

Direttive per le operazioni
Conquista dell'Epiro

 

Scopo dell'operazione.

 

Occupazione dell'Epiro cioè la regione compresa tra il Pindo­ fiume Arta e il mare.

 

Possibili intendimenti operativi avversari.

Atteggiamento difensivo nell'Epiro con prima resistenza in pros­simità della frontiera e maggiore resistenza sull'allineamento: sinistra Kalamas - nodo di Kalibaki - versante nord occidentale del Gomila - nodo Konica - Gramos.

Possibile azione offensiva dalla Macedonia per agire alle spalle delle forze italiane operanti nel compartimento Epiro.

 

Caratteristiche geografico-militari dell'Epiro.

La zona dell’Epiro si presenta come un'ampia sacca a forma triangolare, chiusa fra l'allineamento Pindo - fiume Arta, il mare e la frontiera albanese ed è solcata in direzione nord-ovest-sud-est da una sola rotabile (Borgo Tellini-Ponte Perati-Kalibaki-Janina-Philippias). Quest'ultima località è il punto d'incontro delle strade prove­nienti da Janina, da Prevesa e da Arta.

L'affluenza e la defluenza delle forze greche può avvenire sol­tanto da due sbocchi:

— da est per il passo di Metzovo (provenienze dalla Tessaglia e dalla Macedonia);

— da sud per Arta-Missolungi (provenienze dalla Tessaglia e da Atene).

 

Nostro atteggiamento:

 

Offensivo in Epiro.

Difensivo in Macedonia.

 

Concetto operativo per l’azione in Epiro.

 

a) Avanzare con la massa principale sull'asse Kalibaki-Janina­-Arta.

b) Bloccare con altre forze il passo di Metzovo e lo sbocco sud dell'Epiro.

 

Compiti delle G.U. e raggruppamenti tattici operanti nel compar­timento dell'Epiro.

 

a) Corpo d’Armata Ciamuria:

— sboccare con le divisioni « Ferrara » e « Centauro » nel tratto di confine fra Ponte Perati e Borgo Tellini incluso, per avanzare lungo la direzione Kalibaki-Janina-Arta;

— sboccare con la divisione « Siena » dal tratto di confine fra M.te Stuagra e M.te Sarakin per giungere a sud del KaIamas e impadronirsi della rotabile di riva sinistra (Gomenica-Janina) per pun­tare quindi su Janina in collaborazione con la manovra delle divisioni « Ferrara » e « Centauro ».

b) Divisione Alpina « Julia »: Partendo dalla zona Erseke­ Leskoviku bloccare i passi di Metzovo e di Brisko.

c) Raggruppamento del Litorale: Dalla zona di confine fra M.te Sarakin e il mare deve tendere ai seguenti obiettivi:

— reggimento « Aosta » (manovrando lungo il mare): Prevesa;

— reggimento granatieri: Philippias;

— reggimento « Milano »: Arta.

d) Riserva (divisione « Piemonte »): Nella zona Korcia-Q. Quarrit a disposizione del C.S.T.A.

 

Artiglieria.

 

a) L’artiglieria di C.A., ripartita fra le G.U. come da alle­gato 3, entrerà in azione con le modalità che saranno fissate dai comandanti delle G.U. da cui essa dipende.

b) Tutta la massa di artiglieria dovrà concorerre all’azione all'inizio dell’attacco effettuando azioni brevi, violente e concentrate nei tratti dell'organizzazione di difensiva avversaria che più inte­ressa l'avanzata delle fanterie.

c) Lo sfilamento delle artiglierie sulla rotabile Borgo Tellini­-Kalibaki deve essere subordinato alle eventuali necessità di pronto in­tervento della divisione corazzata.

 

Genio.

 

a) Organizzazione dei collegamenti: vedi allegato 4.

b) Criteri d'impiego per i mezzi dipendenti direttamente da questo comando:

— predisporre il celere riattamento delle eventuali interru­zioni lungo gli itinerari: Perati-Kakavia (Borgo Tellini), Kalibaki­-Janina-Arta;

— costruire i seguenti passaggi con i mezzi di equipaggio sul fiume Kalamas:

2 passerelle nel settore Raggruppamento Litorale;

1 ponte di equipaggio in zona Vrisula (per div. « Siena » e mezzi a ruote del Raggruppamento Litorale);

1 passerella nel settore div. « Siena »;

— effettuare il raccordo fra la rotabile Delvino-Konispoli e la rotabile Gomenica-Janina;

— concorrere al riattamento delle interruzioni lungo quest’ulti­ma direttrice.

Per impiego particolareggiato delle truppe del genio diretta­mente dipendenti, vedi allegato 5.

 

Aviazione.

 

Compiti principali: Aviazione da bombardamento oltre su quelli particolari dell'Armata Aerea dovrà intervenire sui seguenti obiet­tivi:

a) Immediatamente prima dell'attacco: Sistemazione difensiva, ammassamenti truppe e batterie schierate in prossimità della linea di frontiera, col seguente ordine di urgenza;

1) difese antistanti ai varchi di Kakavia e Ponte Perati, al tratto di frontiera in corrispondenza di Konispoli, al colle di Ka­pestica;

2) difese interposte fra detti varchi;

3) difese di Delvinaki-Filiates-Janina-Metzovo-Kastoria-Flo­rina.

b) Dopo l'inizio dell'attacco:

1) Truppe in movimento o in sosta sulle strade segnate in rosso sul lucido.

L’ora dell’inizio dei bombardamenti di cui al comma 1° lettera a) e comma 1° lettera b) sarà precisata da questo comando. Per l’ubicazione obbiettivi vedi lucido allegato.

Delle azioni di cui sopra sarà comunicato al momento oppor­tuno quali potranno essere effettivamente attuate.

Altre eventuali azioni di diretto intervento a favore delle truppe operanti dovranno essere richieste da comandi delle G.U. dipen­denti con modalità indicate in lettere a parte.

Per modalità impiego delle varie specialità dell'aviazione, vedasi allegato 6.

 

Servizi.

 

Schieramento e funzionamento dei servizi vengono definiti ed organizzati secondo i seguenti criteri:

a) larga autonomia logistica (3-4 giornate di viveri) a tutte le unità di fanteria, cavalleria ed artiglieria someggiata;

b) ricorso in larga misura alle salmerie locali onde rendere le unità di cui alle lettere precedenti capaci di svincolarsi comple­tamente dalle rotabili e dai mezzi a ruote;

c) afflusso ai P.A.M.:

— di almeno un'unità di fuoco per art. div. e di 2 unità per l’art. di C.A.;

— di una unità per le armi di fanteria;

d) ad occupazione avvenuta dell’isola di Corfù prevedere il rifornimento del Raggruppamento del Litorale via mare.

 

Posto di comando.

 

All'inizio delle operazioni C.S.T.A. tattico funzionerà a Libohovo, poi a Dervisciani

 

Direttive per le operazioni
Compartimento Macedone (Korciano)

 

Nel compartimento Macedone, durante l’azione offensiva dell’Epiro sarà tenuto atteggiamento difensivo spiccatamente attivo.

 

Compito affidato alla divisione « Parma » e alle divisioni di rinforzo (che costituiranno il XXVI C.A.).

 

Garantire l'integrità del Korciano e la sicurezza del fianco sinistro dello schieramento previsto per l'azione offensiva dell'Epiro.

 

Settore d'azione.

 

Delimitato:

a nord: dall’allineamento stretta di Pogradec (esclusa) - te­stata Skumbi (compresa) - M.te Guri i Ze (compreso);

a sud: dall'allineamento Q. Fushes - Q. Quarrit - Q. Dobridol - Q. Martes (Ostravice) - Q. Gostanca (località comprese).

 

Criteri per la condotta della difesa.

a) Intensi sbarramenti di fuoco sulla linea di confine in cor­rispondenza delle vie più agevoli di facilitazione che adducono al Korciano con speciale riguardo alle provenienze da oriente (frontiera greca).

b) Difesa ad oltranza sull'allineamento Mali That-Morova-Gra­mos.

c) Costituzione di una riserva mobile di elementi celeri (el. aut. prot., motociclisti, carri L), tenuta in posizione centrale nelle mani del comandante per la manovra e il contrattacco.

 

Artiglieria.

 

Contemporaneamente all’inizio delle operazioni nel settore Epiro, saranno effettuate azioni di interdizione sulle rotabili e sugli obbiet­tivi individuali oltre confine.

Gli ordini di operazione dei comandanti delle G.U. dipendenti relativi alle azioni previste dalle presenti direttive mi dovranno per­venire per le ore 24 del 25 c.m.

 

Il Generale di Corpo d'Armata Comandante

S. VISCONTI PRASCA

 

p.c.c.

Il Generale Capo di S.M.

 

U. RICAGNO

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano Valona

 

 

IL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO
AL LUOGOTENENTE GENERALE IN ALBANIA JACOMONI

 

T. 33249/95 P. R.           

 

Roma, 22 ottobre 1940, ore 18,30.

Per Eccellenza Jacomoni. Assolutamente personale. Decifri egli stesso.

Data fissata est 28 ottobre. Bisogna quindi spostare al giorno 26 noti incidenti. Comunque se fosse ormai troppo tardi per ritar­dare azione nostri agenti, non preoccupartene oltre misura.

 

 

 

 

 

 

PIETRO BADOGLIO A DE VECCHI

 

COMANDO SUPREMO
IL CAPO DI S.M. GENERALE

 

22 ottobre 1940-XVIII

 

Caro De Vecchi,

Il 28 ottobre ha inizio la spedizione punitiva contro la Grecia — questi greci avranno il trattamento che si son meritati. Certa­mente vi sarà una reazione della flotta e dell’aviazione inglese. Ben vengano — siamo pronti a riceverli. Per l'Egeo sto tranquillissimo. Ci siete Voi ed i vostri magnifici soldati. A partire dalla mezzanotte del 27-28 silurate tutto quello che porta bandiera greca.

Viva l’Italia, Viva il suo Re Imperatore! Viva il Duce!

Vostro aff.mo Badoglio.

 

 

 

 

 

 

 

IL LUOGOTENENTE GENERALE IN ALBANIA JACOMONI

AL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI BENINI

 

L. s. N.           

 

Tirana, 23 ottobre 1940.

 

Ho la tua cortese lettera del 19 corr. n. 71/2110/3464 e ti ringrazio per il nuovo accreditamento di lire 1.000.000 per le spese per la esigenza G.

Le spese sono naturalmente molto ingenti, soprattutto per la pre­parazione dei noti incidenti e per creare le situazioni ambientali, sia al di qua che al di là della frontiera, necessarie a uno svolgi­mento idoneo degli avvenimenti. Occorre inoltre considerare che le spese per l’assistenza fascista alle popolazioni delle zone occupate saranno assai rilevanti, perché tutte le notizie pervenute in questi giorni da fonte sicura da oltre frontiera confermano lo stato di indi­genza e di vera fame nella quale versano le popolazioni. Sembra quasi che le autorità greche, prevedendo un abbandono delle località, abbiano in questi ultimi tempi trascurato anche quel poco di provvidenza che in passato venivano prese. Anche da Corfù le notizie sono dello stesso tenore e quindi Panini sta accumulando ad Argirocastro, Konispoli e Porto Edda ingenti quantità di grano in sacchetti, carne in conserva, scatole di latte e gran numero di indu­menti caldi. Il milione di lire destinato a questo scopo è già larga­mente superato, poiché circa 400 mila lire sono state impiegate per il granone. In una mia precedente ti avevo pregato di addebitare

All’EAGA, per ora, questa spesa. Ho l’impressione che tutta l'orga­nizzazione dell'assistenza sia stata ben calcolata e potrà avere un effetto assai notevole nelle zone occupate e quindi ti sarei grato di rivolgere tutta la tua attenzione su questo argomento destinandovi le maggiori somme possibili.

Anche per scopi politici il bisogno di fondi è continuo e ti sarò grato se vorrai considerare la opportunità di fare stanziare nuove somme oltre ai 5 milioni, in via di esaurimento.

Rimango in attesa di tue disposizioni che spero favorevoli.

P.S. Altra soluzione sarebbe quella che tu ottenessi dal Mi­nistero della Guerra una assegnazione di viveri in conserva per di­stribuzione nelle zone di occupazione.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

IL LUOGOTENENTE GENERALE IN ALBANIA JACOMONI
AL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI BENINI

 

PROM. SEGRETO S. N.  

 

Tirana, 23 ottobre 1940.

 

Informato del rinvio al 28 ottobre della data di inizio delle ostilità, ho disposto, in pieno accordo col Comandante Superiore delle truppe, che i noti incidenti si verifichino nei precedenti giorni

25, 26 e 27 e precisamente:

— scoppio di bombe a Porto Edda alla sera del 25 ottobre;

— finto attacco ad un nostro posto di frontiera, nella regione di Korcia, al mattino del 26;

— lancio di manifestini sul territorio albanese, da parte di un supposto aereo greco o inglese, all'alba del giorno 27.

Le disposizioni impartite dovrebbero garantire il buon esito e la sicura utilizzazione degli incidenti previsti ai quali farò dare op­portuno risalto dalla radio e dalla stampa al mattino del 27.

Trasmetto l'unita carta geografica dell'Albania sulla quale è se­gnato il limite, proposto allo Stato Maggiore Generale dall'Eccellenza Visconti Prasca, della futura zona di operazioni. Trovo la proposta meritevole di accoglimento. Sto predisponendo in pieno ac­cordo con il Comandante Superiore delle Truppe, i bandi e le leggi speciali che dovranno regolare la vita civile nella zona di operazioni e nel territorio occupato.

La vita in Albania continua col suo ritmo normale. Il giorno 20 ha avuto luogo nei maggiori centri, con rito solenne, la Leva Fascista.

Oggi è stata festeggiata la riapertura delle scuole. Sono inter­venuto ad entrambe le cerimonie in Tirana, riuscitissime.

Da ieri la pioggia ha incominciato a disturbare i nostri prepa­rativi. Ad onta di ciò il morale di tutti è elevatissimo. Ogni umano sforzo sarà fatto per assicurare il successo.

 

 

Albania 1940 Regio Esercito Italiano

 

 

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ALBANESI BENINI
AL MINISTRO DELLE FINANZE, PAOLO E. THAON DI REVEL

 

L. SEGRETA S. N.         

Roma, 24 ottobre 1940.

Con riferimento alle intese intervenute fra te e l'Eccellenza Ciano, mi affretto a confermarti l'urgenza di poter disporre dell’ulteriore stanziamento straordinario di 5 milioni di lire già deciso per i bisogni della nostra azione verso la Grecia.

Ti sarei molto grato se volessi impartire le istruzioni necessarie affinché la detta somma sia messa senza indugio a disposizione del Sottosegretariato per l'Albania.

Con ringraziamenti e cordiali saluti.

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