Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
L'ASSE E LA JUGOSLAVIA
DOCUMENTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
COMPOSIZIONE DELLO STATO IUGOSLAVO. - Al crollo dell'Impero Austro-Ungarico le popolazioni slave di questo e dei vicini regni di Serbia e Montenegro, occupati durante la guerra del 1914-18, si trovarono liberati. Il 26 ott. 1918 la dieta di Zagabria proclamò l'indipendenza dei Serbi, Croati e Sloveni già sudditi dell'Austria e dell'Ungheria e la loro unione in uno stato iugoslavo, riconosciuto dal Governo serbo l'8 novembre; il 24 novembre fu concordata l'unione del gruppo iugoslavo col Regno di Serbia; il 26 novembre, un'assemblea montenegrina votò a Podgorica l'adesione al nuovo Stato. Così si formò il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni; i cui confini furono delimitati dal trattato di S. Germano (10 sett. 1919) per il tratto in comune con l'Austria, dal trattato del Trianon (4 giugno 1920) pel confine coll'Ungheria, dal trattato di Neuilly (27 novembre 1919) pel confine bulgaro, dal trattato di Rapallo (17 nov. 1920) pel confine con l'Italia e dall'accordo del 24 nov. 1923 pel confine colla Romania. Il nuovo stato, di 247 542 kmq. con 12 017 000 ab. (nel 1921), risultò composto dei Regni di Serbia e Montenegro, ingranditi al termine delle guerre balcaniche (1913); del territorio austro-ungarico della Bosnia ed Erzegovina; della Slovenia e della Dalmazia, paesi di Casa d'Austria; della Voivodina, Croazia, Slavonia e del territorio della Mur, appartenenti alla Corona d'Ungheria; dei distretti di Caribrod, Bosiljgrad e Strumica, tolti alla Bulgaria.
MESSAGGIO DI HITLER A MUSSOLINI
27 marzo 1941.
Duce,
Gli avvenimenti mi obbligano a comunicarVi in questa più rapida via, Duce, la mia opinione sulla situazione, e le decisioni che ne conseguono.
1) Sin dall'inizio io ho considerato la Jugoslavia come il più pericoloso fattore nel conflitto con la Grecia. Non si poteva infatti garantire il successo dell'attacco tedesco contro la Tracia, dal puro punto di vista militare, fintantoché il contegno della Jugoslavia restava dubbio e con ciò poteva minacciare sul nostro enorme fronte il fianco sinistro delle colonne avanzanti.
2) Per tale motivo io ho fatto tutto il possibile e mi sono veramente sforzato per far entrare la Jugoslavia nella nostra comunanza di interessi. Purtroppo questi sforzi sono rimasti vani anche perché sono cominciati troppo tardi per poter ottenere a tempo un successo sicuro. Le notizie di oggi non lasciano più alcun dubbio sull'imminente cambiamento della politica estera jugoslava.
3) Ora io considero questa situazione non come catastrofica, ma tuttavia come così grave che da parte nostra dovrà essere evitato ogni errore se non vogliamo trovarci in definitiva a veder posta in pericolo la nostra posizione generale.
4) Perciò io ho già preso tutte le disposizioni per poter andare incontro ad uno sviluppo della crisi con i necessari mezzi militari. Il cambiamento delle nostre disposizioni di marcia anche in Bulgaria è già ordinato.
Vi prego ora caldamente, Duce, di non voler iniziare nei prossimi giorni ulteriori operazioni in Albania. Ritengo necessario che con tutte le forze che siano comunque disponibili cerchiate di guarnire e proteggere i passi più importanti della Jugoslavia all'Albania. Non si tratta di misure che debbono servire per lungo tempo, ma di ripieghi che debbono opporsi almeno per i prossimi quindici giorni o tre settimane, agli sviluppi di una crisi.
Ritengo inoltre necessario, Duce, che rinforziate le Vostre forze al fronte italo-jugoslavo con tutti i mezzi e con la massima fretta.
5) Ritengo inoltre soprattutto necessario, Duce, che su qualunque cosa noi facciamo e predisponiamo sia osservato un assoluto silenzio e che vengano a conoscenza di qualche cosa di ciò solamente quelle personalità che assolutamente ne debbono sapere qualche cosa. Qualsiasi diffusione della conoscenza delle nostre misure preventive condurrebbe alla loro completa svalorizzazione.
6) Ho chiamato oggi presso di me i Ministri bulgaro ed ungherese ed ho confidato loro a grandi linee il mio pensiero sulla situazione e cercato di destare il loro interesse per il caso di sviluppi militari, con una esposizione delle conseguenze negative e positive che si creerebbero anche per loro. Poiché, Duce, senza la cooperazione della Ungheria e della Bulgaria non si può certamente operare con quella celerità che eventualmente potrà essere necessaria a causa degli avvenimenti.
Vi informerò, Duce, se possibile, ancora nel corso della giornata di domani su quanto avverrà.
7) Il Generale von Rintelen si annunzierà domani presso di Voi, Duce, se gli sarà possibile volare, e Vi comunicherà le prossime misure militari che verranno prese da parte nostra questa notte per l'approntamento.
Se su queste nostre misure, Duce, per il caso che noi dovessimo agire, verrà mantenuto il silenzio, non dubito che entrambi potremo vedere un successo che non sarà minore di quello norvegese. Questa è la mia granitica persuasione.
Accettate i miei più cordiali e camerateschi saluti.
Vostro
ADOLF HITLER
NUOVA SITUAZIONE NEI BALCANI « DIRETTIVA DEL FÜHRER N. 25 »
Quartier generale del Führer, li 27 marzo 1941
1. Il colpo di stato militare in Jugoslavia ha modificato la situazione politica nei Balcani. Anche se inizialmente emette dichiarazioni di lealtà, la Jugoslavia deve essere considerata come un nemico e pertanto distrutta il più presto possibile.
2. Il mio intendimento irrompere in Jugoslavia mediante una operazione concentrica da una parte dall'area Fiume-Graz, dall'altra, dall'area intorno a Sofia, in direzione generale Belgrado, battendo ed annientando le forze armate jugoslave; ed oltracciò, separare dal resto del Paese la zona all'estremo sud di esso, prendendola in pugno per la prosecuzione dell'offensiva tedesco-italiana contro la Grecia. La pronta apertura del traffico sul Danubio e l'entrata in possesso delle miniere di rame di Bor sono importanti per ragioni di economia di guerra. Dando loro la speranza della riconquista del Banato e della Macedonia, si tenterà di indurre l'Ungheria e la Bulgaria a prender parte a queste operazioni. Latensione politica interna alla Jugoslavia verrà acutizzata dando
assicurazioni politiche ai Croati.
3. In particolare ordino quanto segue:
a) Non appena siano state raccolte forze sufficienti e le condizioni climatiche lo consentano, l'organizzazione aereonautica jugoslava a terra e la città di Belgrado dovranno essere distrutte con continui attacchi aerei notturni e diurni da parte della Luftwaffe.
b) Possibilmente nello stesso tempo — in nessun modo, però, prima — deve avere inizio l'operazione « Marita », per ora con l'obiettivo limitato di occupare il bacino di Salonicco e di prender piede sull'altipiano di Edessa. Il XVIII C. d'A., di qui prenderà le mosse per il territorio jugoslavo. Occasioni favorevoli per evitare la prevista formazione di un fronte fra l'Olimpo e l'altopiano di Edessa, sono da sfruttare.
c) Per gli attacchi dall'area intorno a Sofia e per quelli dall'area intorno a Küstendil Gorna Djumaya in direzione ovest, possono essere impiegate tutte le forze ancora disponibili in Bulgaria ed in Romania, con l'avvertenza che debbono rimanere nel territorio petrolifero romeno forze della misura di circa 1 divisione unitamente a forze di difesa contraerei, per sicurezza.
La sicurezza del confine turco per il momento è da lasciare ai Bulgari. Peraltro dietro di loro dovrà essere approntata ex novo, come sostegno, una formazione tedesca, possibilmente una divisione corazzata.
d) L’attacco dalla direzione generale di Graz verso sud-ovest deve essere svolto non appena siano raccolte le forze a ciò necessarie. Rimane alla decisione dell'Esercito se debbano essere impiegate per l’apertura del confine attraverso il territorio ungherese.
Le forze di sicurezza al confine jugoslavo debbono essere immediatamente rafforzate.
Così come al confine bulgaro, pia prima dell'attacco generale, obiettivi possono essere presi in nostro possesso contemporaneamente con l'inizio dell'attacco aereo su Belgrado.
e) La Luftwaffe deve appoggiare con due Gruppi d'assalto le operazioni della 12.a Armata e quelle del Gruppo d'urto da costituirsi nell'area intorno a Graz, e deve al proposito costituire concentrazioni degli sforzi in corrispondenza con il contemporaneo svolgimento delle operazioni dell'Esercito. L'organizzazione a terra ungherese può essere sfruttata per l'avvicinamento e per l'impiego...
F.to Adolf Hitler
LETTERA DEL DUCE AL FÜHRER
28 marzo 1941, ore 3.
L'Ambasciatore Von Mackensen mi comunica la Vostra lettera concernente la situazione determinatasi in Jugoslavia dopo il colpo di Stato. Desidero dirVi che io ho accolto con calma quanto è accaduto poiché non mi ha minimamente sorpreso soprattutto da quando vidi che alla vigilia della firma di Vienna veniva consegnato Stojadinovich all'Inghilterra. È mia convinzione che il colpo di Stato era già deciso in pieno accordo col Reggente prima della firma. Per quanto riguarda le misure richieste dalla situazione Vi comunico: 1) È già stato dato da me personalmente al Generale Cavallero l'ordine di sospendere l'offensiva il cui inizio era imminente. 2) Reparti di fanteria stanno affluendo verso la frontiera nord dell'Albania e prendono posizione sulle tre direttrici di un eventuale attacco jugoslavo. 3) Ordini sono già stati dati per fare affluire verso la nostra frontiera alpina orientale sette divisioni che si uniranno alle altre sei esistenti più quindicimila uomini di Guardia alla frontera già in allarme. 4) Tutti questi preparativi saranno compiuti il più rapidamente possibile e saranno circondati dal segreto assoluto. 5) Nella stessa zona è pronta ad operare la seconda squadra aerea. 6) Accanto alla cooperazione bulgara e soprattutto ungherese bisogna tenere conto anche delle tendenze separatiste croate rappresentate dal dott. Pavelic che si trova a breve distanza da Roma. Desidero anche dirVi, Führer, che se la guerra si rendesse inevitabile essa sarà in Italia molto popolare. Anche per questa ragione io condivido pienamente la Vostra convinzione che l'attuale crisi condurrà ad un pieno decisivo successo dell'Asse.
Vi prego di accogliere, Führer, l'espressione del mio cordiale cameratismo e i miei amichevoli saluti.
MUSSOLINI
TESTO DEL PATTO D'AMICIZIA E NON AGGRESSIONE
TRA
URSS E IUGOSLAVIA
Il Presidium del Soviet Supremo dell'URSS, rappresentato da V. M. Molotov, presidente del consiglio dei commissari del popolo e commissario per gli affari esteri, e Sua Maestà il re di Jugoslavia, rappresentato da M. Gavrilovic, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di Jugoslavia, B. Simic ed il colonnello D. Savic, dopo lo scambio delle rispettive credenziali, che sono state trovate regolari nella forma e nel contenuto, hanno approvato il seguente accordo:
1
Le due parti contraenti rinunciano ad una qualsiasi aggressione contro l'altra parte e rispettano l'indipendenza, la sovranità e l'intangibilità territoriale dell'URSS e della Jugoslavia.
2
Qualora una delle parti contraenti sia oggetto di una aggressione da parte di un terzo stato, l'altra parte contraente è impegnata ad una politica di amicizia nei riguardi di essa.
3
Il presente trattato è concluso per un termine di anni cinque. Se nessuna delle due parti contraenti
un anno prima del decorrere di questo termine non annuncia la propria volontà di denunciare il
presente trattato, la durata della sua validità si prolungherà automaticamente per ulteriori cinque anni.
4
Il presente trattato entra in vigore all'atto stesso della sua firma. Il trattato verrà ratificato il più rapidamente possibile. Gli attestati di ratifica verranno scambiati in Belgrado.
5
Il trattato viene compilato in duplice originale, e cioè in lingua russa e serbocroata; mentre le stesure hanno pari validità.
Mosca, li 5 aprile 1941