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Adolf Galland
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Bestetti-Nardi BN.1, immagini, scheda e storia
Velivolo sperimentale da turismo, monoplano, bimotore, quadriposto, a struttura interamente lignea.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motore: Alfa Romeo 115
potenza unitaria: cv 185
apertura alare: m 11,45
lunghezza: m 8,15
altezza: m 2,10
superficie alare: mq 17,36
peso a vuoto: kg 1419
peso a carico massimo: kg 2063
velocità massima: km/h 360
tempo di salita: 16’ 16” a 3000 m
autonomia: km 1100
componenti equipaggio: 2
trasportati:2
progettista: Pier Luigi Nardi
pilota collaudatore: De Michelis
primo volo del prototipo: MM. - estate 1940
località: Arcore (Milano)
Bestetti-Nardi BN.1, Arcore, inizio 1941
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo sperimentale da turismo, monoplano, bimotore, quadriposto, a struttura interamente in legno.
Ala alta a sbalzo costituita da un pianetto centrale, tra le due fusoliere, e due semi-ali a pianta trapezoidale con struttura mono longherone e centine in legno «ricostruito», rivestimento in compensato e tela; alettoni e flaps con struttura in legno e rivestimento in tela lungo tutto il bordo d’uscita delle semi-ali.
Unico piano orizzontale di coda e timoni verticali sdoppiati con struttura in legno e rivestimento in tela; superfici mobili con un particolare sistema di compensazione aerodinamica.
Carrello retrattile parzialmente nelle gondole motrici per rotazione in avanti; ruote a bassa pressione sostenute da una coppia di ammortizzatori e munite di freni; pattini di coda ammortizzati.
Fusoliere con struttura in legno «ricostruito» e rivestimento in lamierino di lega leggera anteriormente agli abitacoli, in tela per le parti restanti.
Posti di pilotaggio anteriori in entrambi gli abitacoli, accessibili mediante ribaltamento laterale delle cappottine trasparenti, muniti di strumentazione standard per i parametri di volo e controllo dei motori; in entrambi gli abitacoli il secondo posto, in tandem, è per un passeggero.
Motori con eliche bipale metalliche a passo variabile in volo; carburante in serbatoi posti in fusoliera tra motori ed abitacoli, della capacità totale di 420 l.
PRODUZIONE
MM. – Prototipo (estate 1940)
CREDITO
Autori Vari Dimensione Cielo Scuola Collegamento vol. 11 Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri, Roma 1977
Storia aereo
La Bestetti, una ditta di artigianato aeronautico
I fratelli Guido e Angelo Bestetti sono i continuatori dell’attività industriale aeronautica iniziata, in epoca pionieristica, dal padre Carlo. Il loro stabilimento è ad Arcore, in Brianza, zona famosa per la produzione di mobili.
Genesi del Bestetti-Nardi BN.1
Nel giugno 1938 l’ing. Pier Luigi Nardi presenta lo studio di un velivolo sperimentale bifusoliera come migliore soluzione aerodinamica per un velivolo bimotore. Per la verifica di queste teorie, l’ing. Nardi propone inizialmente la realizzazione di un bimotore leggero quadriposto che interessa molto gli ambienti ministeriali al fine immediato di contendere la superiorità dei velivoli sportivi tedeschi.
Un Caproni Ca.311 ed un Ca.100 fanno risaltare tutta l’eccezionalità del Bestetti-Nardi BN.1
L’affermazione nel III Avio Raduno del Littorio nel luglio 1938 dei Siebel Si.104 e dei Messerschmitt Bf.108 «Taifun» non può infatti essere contrastata con i Caproni Ca.309 o i Nardi FN.305 ma con macchine di sofisticata aerodinamica e da questa considerazione deriva lo studio del monomotore S.A.I. Ambrosini 7 e l’interesse per il bimotore bifusoliera Nardi.
Importante caratteristica degli studi presentati dall’ing. Nardi riguarda la costruzione interamente in legno realizzata con essenze nazionali (faggio, pioppo, abete) utilizzate in fibre e non in pezzi: il legno viene, infatti, sfibrato e quindi assemblato per mezzo di collanti speciali, acquistando così caratteristiche d’incombustibilità essendo tali sostanze ignifughe.
Prove di volo del Bestetti-Nardi BN.1
L’Amministrazione Aeronautica elabora il 5 settembre 1938 un primo contratto con la Bestetti per la fornitura di un velivolo sperimentale da turismo, destinato a gareggiare nel IV Avio Raduno dei Littorio e delle parti strutturali necessarie per le prove statiche.
Il BN.1 è previsto inizialmente con motori Hirth, quindi con gli Alfa Romeo 116 (versione del 115 munita di compressore), la cui indisponibilità obbliga a all’utilizzo degli A.R.115 con diminuzione del peso totale consentito da 2.000 a 1.900 kg e del carico utile da 800 a 650 kg, mentre il peso a vuoto sale da 1.200 a 1.250 kg. La velocità massima prevista scende da 360 a 350 km/h, l’autonomia da 1.500 a 1.100 km.
Variando i motori, il 26 aprile 1939 il Comitato Superiore d’Aeronautica approva un nuovo schema di contratto che lascia comunque immutati il prezzo del prototipo (362.000 Lire) e delle parti strutturali per le prove statiche (184.000 Lire). Ormai l’aereo non può più essere approntato per l’estate 1939 e solo il 30 settembre la Direzione Costruzioni di Milano invia la relazione preventiva ai collaudi statici del bimotore, che sperimentalmente ha entrambe le cabine predisposte per il pilotaggio.
Le prove di volo del BN.1 iniziano nell’estate del 1940 ma sono interrotte il 31 luglio da un incidente. Essendosi il pilota-collaudatore De Michelis presentato troppo basso all’atterraggio, per non investire una linea elettrica ê costretto a richiamare ma ciò causa lo stallo dell’aereo che rimane danneggiato nell’urto contro il suolo: il carburante fuoriuscito dai serbatoi s’incendia, ma l’aereo non prende fuoco per le ottime caratteristiche ignifughe della sua struttura.
Dopo circa sei mesi il BN.1 ê nuovamente in condizione di volo con un altro collaudatore, il maresc. Bonomi, ma presenta difficoltà di messa a punto aerodinamica richiedendo modifiche nell’equilibratura degli impennaggi verticali e nella compensazione di quello orizzontale, di cui vengono anche aumentate le dimensioni. Dopo cinquanta voli di messa a punto il BN.1 dovrebbe essere inoltrato a Guidonia ma nel luglio 1941 la DGCA comunica l’invio ad Arcore di una Commissione, formata da un capitano e da un tenente, che raggiunge la località solo sei mesi dopo ed assiste a un volo del velivolo.
Una seconda Commissione della DGCA effettua un’altra ispezione e respinge il velivolo definendolo pericoloso per non essere ancora a punto lo speciale sistema di compensazione del piano orizzontale di coda, risultato conseguito poco tempo dopo.
Il BN.1 compie qualche altro volo presso la Ditta nel 1942-43 e va perduto dopo all’armistizio.
Il caccia «saettato» Bestetti-Nardi BN.2
Sempre con struttura in legno ricostruito è il piccolo caccia «saettato» BN.2. Le prove statiche di ala e fusoliera del BN.2 iniziano a Milano a fine marzo 1943 quando ormai la Regia Aeronautica non mostra più interesse per questa formula. Inoltre l’ing. Nardi ha già interrotto da oltre un anno la sua collaborazione con la Bestetti ed assunto dalla Reggiane il 15 novembre 1942.
Modello aereodinamico del caccia «saettato» Bestetti-Nardi BN.2. Con tale definizione si qualifica un velivolo trasportato in quota da un altro velivolo, definito, a sua volta, «saettante»
Ulteriori applicazioni della tecnica del legno «ricostruito»
Già il 25 marzo 1942 la DGCA ha invitato le Officine Reggiane a realizzare in via sperimentale due ali in legno ricostruito per il RE.2005 e altrettante per il Ca.331: tanto al fine di utilizzare essenze non pregiate e impiegare a la numerosa manodopera presente nell’industria del mobile.
Il 3 giugno 1942 la DGCA chiede che sia realizzata con tale tecnica anche la fusoliera del RE.2005.
Nel novembre 1942 si abbandona il rifacimento del Ca.331 ed il lavoro si concentra sul solo RE.2005. A tal fine sono posti a disposizione dell’ing. Nardi trentanove tecnici ed operai.
Nel corso di un’ispezione presso le Reggiane, il 26 aprile 1943, il gen. Aldo Guglielmetti trova questi lavori ancora in fase preliminare essendo ostacolati da una serie di difficoltà e di ritardi.
Ma si è già avuta un’interessante conseguenza nello studio del Re.2005 bifusoliera. Anche per tale aereo può utilizzarsi il legno ricostituito peraltro utilizzabile, a parità di robustezza, nella produzione di qualsiasi altro aereo metallico esistente.
Purtroppo la tecnica dell’ing. Nardi non avrà seguito in ambito aeronautico e servirà soltanto a costruire nel dopoguerra scale elicoidali in legno ignifughe per interni.