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Bomba a slittamento per apparecchi volanti

BOMBA A SLITTAMENTO PER APPARECCHI VOLANTI

 

Questa geniale e grande invenzione che fu poi perfezio­nata nel 1918 e più tardi ancora colla collaborazione del ge­nerale Crocco, fu l'antesignana di questo genere di proiettili che attualmente interessano tutti gli studiosi della strategia aerea, specie dopo le esperienze fatte con le onde elettriche per i comandi a distanza.

La telebomba Guidoni avrebbe potuto rendere durante la guerra servizi inestimabili. Resta però stabilito che lo studio del Guidoni fece intravedere fin da allora anche l'applicazione civile di questo ordigno che in fondo fu il precursore dei « piloti automatici ».

 

 

L'azione offensiva degli apparecchi volanti contro bersagli mo­bili o fissi a terra si è esplicata finora in generale mediante il lancio di bombe lasciate cadere verticalmente per forza di gravità.

Questo sistema obbliga il pilota a portare l'apparecchio sopra il bersaglio, correndo il pericolo di essere colpito dalle artiglierie an­tiaeree, e di farsi raggiungere dagli aeroplani difensivi, che hanno una grandissima velocità ascensionale.

Qualora il bersaglio da colpire abbia un'estensione notevole: per es. un arsenale, un accampamento, una città, può tornare molto utile la bomba a slittamento la quale permette di fare il lancio ad una distanza di io + 1 a , .Km. purché l'altezza sia sufficiente, in modo che non solo l'apparecchio si mantiene fuori del tiro delle ar­tiglierie, ma ha grandi probabilità di poter sfuggire all'insegui­mento degli aeroplani di difesa, essendo avvistato troppo tardi.

 

DESCRIZIONE

La bomba a slittamento è un'arma che abbandonata a sé stessa nell'aria ad un certa altezza assume quasi immediatamente un moto con velocità uniforme, lungo una traiettoria rettilinea inclinata da 1 / 6 a 1 / 7 sino a raggiungere una quota determinata; dopo di che la traiettoria diviene pressoché verticale e l'arma cade come un trave esplodendo all'urto contro il terreno o contro una superficie liquida.

 

 Alessandro Guidoni bomba a slittamento vista longitudinale

Essa può essere sistemata su qualunque apparecchio di volo, dirigibile, idrovolante, aeroplano, né richiede su questi ultimi una grande potenza essendo il suo peso di Kg. 85.

Il lancio della bomba non turberà l'equilibrio dell'apparecchio volante se sarà scelta convenientemente la posizione del punto di attacco.

Data l'inclinazione della traiettoria e l'altezza di caduta ver­ticale che si richiede all'arma, risulta l'altezza dalla quale deve es­sere fatto il lancio. Così per es. ammesso che l'altezza di caduta della bomba debba essere 200 metri e che la distanza orizzontale del ber­saglio dall'apparecchio sia di 12 Km, l'altezza alla quale deve essere

fatto il lancio risulta: 200 m. + 1/6 12000 = 2200 m.

Si compone di un corpo fusiforme, di un sistema di ali in tandem, di un impennaggio fisso a croce e di un timone verticale.

Nell'interno del corpo fusiforme è disposta una carica di 4o Kg. di tritolo a prora, un peso equilibratore al centro, un giro­scopio a poppa per il governo del timone verticale di direzione.

Sulla prora è disposto un cappuccio mobile, forato per il pas­saggio dei perni d'attacco delle ali.

Le superfici principali, come si è detto, sono costituite da due ali in tandem monoplane, senza tiranti esterni. Il profilo e l'inci­denza di dette ali sono tali da assicurare un equilibrio longitudinale automatico che è anche dovuto alla forma dell'ala posteriore a V orizzontale e con gli estremi posteriori flessibili e rialzati verso l'alto.

Le due ali hanno inoltre un V verticale che serve a mantenere l'equilibrio trasversale.

L'impennaggio verticale è proporzionato in modo da rendere l'apparecchio indifferente ad un vento trasversale, essendo anche compensato il V verticale dell'ala principale.

 

EQUILIBRAMENTO DELL'ARMA

Per determinare le forze di sospensione, le resistenze e i centri di pressione su di un modello in scala i / 2, si dispongono i pesi in modo che il centro di gravità assuma rispetto a quello di pressione la posizione necessaria per l'equilibrio lungo la traiettoria di slitta­mento. Si correggono le piccole differenze dovute a imperfezioni di costruzione mediante il peso di equilibramento che può essere spostato all'interno di 400 mm. nel senso longitudinale e mediante deformazioni delle parti estreme delle ali, per ciò che riguarda l'e­quilibrio laterale o trasversale. Sospeso secondo un asse verticale passante per il centro di gravità, il modello è esposto ad un vento di 30 m/s e si proporzionano gli impennaggi verticali in modo che non risulti nè orziero nè poggiero, ma indifferente.

 

PARTICOLARI DI COSTRUZIONE

L'involucro della carica è in lamierino di acciaio di 2 mm. La parte posteriore del corpo fusiforme è in 2 strati di cedro a doghen di 2.5 mm. rinforzato con anelli di legno compensato.

Il cappuccio anteriore è di acciaio con feritoie a coltello attra­verso le quali passano gli attacchi delle ali.

Le ali hanno i longheroni di 0.5 mm. di alluminio, le centine di legno pioppo sono ricoperte di tela. In tal modo è loro assicurata l'indeformabilità.

Gli impennaggi sono in lamierino di alluminio di 0.5 mm. imbutito. Il timone di direzione è in lastra d'alluminio.

L'anello di sospensione è di acciaio e termina superiormente con un gancio che si incastra nell'estremità della leva a scocco di­sposta nell'apparecchio.

 

SPECIFICA DEI PESI

Carica e spolette

Kg.

40

Involucro

»

10

Ali

»

8

Timoni

»

2

Contrappeso

»

5

Giroscopio – serb.

»

15

Imprevisti

»

5

 

Kg.

85

 

 

DIMENSIONI PRINCIPALI APPROSSIMATIVE

Corpo fusiforme

Lunghezza

2.000

mm.

 

Diametro

300

mm.

Ala avanti

Apertura

2.500

mm.

 

Profondità

400

mm.

 

V Verticale

10°

 

 

Superficie

1

mq.

Ala addietro

Apertura

3.000

mm.

 

Profondità

600

mm.

 

Superficie

1.70

mq.

 

V orizzontale

 

 

V verticale

18°

 

Impennaggio

Verticale

0.06

mq.

 

Orizzontale

0.075

mq.

Timone

Verticale

0.020

mq.

 

 

Alessandro Guidoni bomba a slittamento vista frontale e di pianta 

La carica di 4o Kg. di tritolo è contenuta in un involucro di 2 mm. di acciaio che costituisce la parte avanti del corpo fusiforme. Essa è munita di una spoletta a percussione simile a quella delle granate.

Una seconda spoletta, a tempo, produce la recisione degli at­tacchi delle ali, privando l'arma del suo sostegno e obbligandola a cadere sul bersaglio. Per questo una carichetta di polvere (fatta esplodere dalla spoletta a tempo) provoca l'avanzamento del cap­puccio metallico, disposto sulla prora che cesoia i perni di attacco dei longheroni delle ali.

 

FUNZIONAMENTO DELL'ARMA

La bomba è trattenuta al disotto dell'apparecchio volante con un gancio a scocco, coll'asse longitudinale sul piano di quello dell'apparecchio, ma inclinato rispetto ad esso.

In tal modo durante il volo una parte del peso della bomba è portata dalle sue ali, mentre l'altra parte si scarica sul gancio a scocca.

Abbandonata la bomba essa si dispone automaticamente in volo librato, essendo l'inclinazione della traiettoria di circa 1 / 7 se­condo la posizione relativa del centro di sospensione e del centro di gravità.

La forma e la disposizione adottate per le ali sono tali da cor­reggere automaticamente gli scostamenti verticali che si potessero produrre, mentre il timone verticale mantiene la traiettoria nel piano verticale.

Giunta al termine della corsa, la spoletta a tempo produce il distacco delle due ali principali e la conseguente caduta parabolica della bomba, che, raggiunto il bersaglio, esplode per effetto della spoletta a percussione.

 

AVVERTENZE PER IL PIIOTA E PER L'OSSERVATORE DELL'APPARECCHIO

Il pilota constatata la direzione e la velocità del vento, con una certa approssimazione deve portarsi possibilmente sotto vento od anche sopra vento al bersaglio e dirigere poi su di esso all'altezza del lancio.

L'osservatore mediante un telemetro deve apprezzare la di­stanza del bersaglio e quando ritiene giunto il momento del lancio preavvisare il pilota e aprire il gancio a scocco.

Come si è detto nessuna preoccupazione vi può essere per l'e­quilibrio dell'apparecchio, perché soltanto una parte del peso della bomba è sostenuta dal gancio.

Forse converrà che il lancio sia fatto materialmente dal pilota, per non stancarlo nell'attesa, ed allora l'opera dell'osservatore si ri­duce a valutare la distanza e ad avvertire il pilota del momento del lancio.

Il lancio è possibile anche col vento a traverso occorrendo sol­tanto di deviare la rotta in modo da tener conto della deriva dell'arma.

Le correzioni dovute al vento saranno riportate in tabelle, dalle quali l'osservatore dedurrà facilmente, data la direzione e la velocità del vento, quali debbono essere l'altezza di lancio, la rotta, e la distanza dal bersaglio.

 

Spezia - ottobre 1915.

 

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