Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Bomba a slittamento per apparecchi volanti
BOMBA A SLITTAMENTO PER APPARECCHI VOLANTI
Questa geniale e grande invenzione che fu poi perfezionata nel 1918 e più tardi ancora colla collaborazione del generale Crocco, fu l'antesignana di questo genere di proiettili che attualmente interessano tutti gli studiosi della strategia aerea, specie dopo le esperienze fatte con le onde elettriche per i comandi a distanza.
La telebomba Guidoni avrebbe potuto rendere durante la guerra servizi inestimabili. Resta però stabilito che lo studio del Guidoni fece intravedere fin da allora anche l'applicazione civile di questo ordigno che in fondo fu il precursore dei « piloti automatici ».
L'azione offensiva degli apparecchi volanti contro bersagli mobili o fissi a terra si è esplicata finora in generale mediante il lancio di bombe lasciate cadere verticalmente per forza di gravità.
Questo sistema obbliga il pilota a portare l'apparecchio sopra il bersaglio, correndo il pericolo di essere colpito dalle artiglierie antiaeree, e di farsi raggiungere dagli aeroplani difensivi, che hanno una grandissima velocità ascensionale.
Qualora il bersaglio da colpire abbia un'estensione notevole: per es. un arsenale, un accampamento, una città, può tornare molto utile la bomba a slittamento la quale permette di fare il lancio ad una distanza di io + 1 a , .Km. purché l'altezza sia sufficiente, in modo che non solo l'apparecchio si mantiene fuori del tiro delle artiglierie, ma ha grandi probabilità di poter sfuggire all'inseguimento degli aeroplani di difesa, essendo avvistato troppo tardi.
DESCRIZIONE
La bomba a slittamento è un'arma che abbandonata a sé stessa nell'aria ad un certa altezza assume quasi immediatamente un moto con velocità uniforme, lungo una traiettoria rettilinea inclinata da 1 / 6 a 1 / 7 sino a raggiungere una quota determinata; dopo di che la traiettoria diviene pressoché verticale e l'arma cade come un trave esplodendo all'urto contro il terreno o contro una superficie liquida.
Essa può essere sistemata su qualunque apparecchio di volo, dirigibile, idrovolante, aeroplano, né richiede su questi ultimi una grande potenza essendo il suo peso di Kg. 85.
Il lancio della bomba non turberà l'equilibrio dell'apparecchio volante se sarà scelta convenientemente la posizione del punto di attacco.
Data l'inclinazione della traiettoria e l'altezza di caduta verticale che si richiede all'arma, risulta l'altezza dalla quale deve essere fatto il lancio. Così per es. ammesso che l'altezza di caduta della bomba debba essere 200 metri e che la distanza orizzontale del bersaglio dall'apparecchio sia di 12 Km, l'altezza alla quale deve essere
fatto il lancio risulta: 200 m. + 1/6 12000 = 2200 m.
Si compone di un corpo fusiforme, di un sistema di ali in tandem, di un impennaggio fisso a croce e di un timone verticale.
Nell'interno del corpo fusiforme è disposta una carica di 4o Kg. di tritolo a prora, un peso equilibratore al centro, un giroscopio a poppa per il governo del timone verticale di direzione.
Sulla prora è disposto un cappuccio mobile, forato per il passaggio dei perni d'attacco delle ali.
Le superfici principali, come si è detto, sono costituite da due ali in tandem monoplane, senza tiranti esterni. Il profilo e l'incidenza di dette ali sono tali da assicurare un equilibrio longitudinale automatico che è anche dovuto alla forma dell'ala posteriore a V orizzontale e con gli estremi posteriori flessibili e rialzati verso l'alto.
Le due ali hanno inoltre un V verticale che serve a mantenere l'equilibrio trasversale.
L'impennaggio verticale è proporzionato in modo da rendere l'apparecchio indifferente ad un vento trasversale, essendo anche compensato il V verticale dell'ala principale.
EQUILIBRAMENTO DELL'ARMA
Per determinare le forze di sospensione, le resistenze e i centri di pressione su di un modello in scala i / 2, si dispongono i pesi in modo che il centro di gravità assuma rispetto a quello di pressione la posizione necessaria per l'equilibrio lungo la traiettoria di slittamento. Si correggono le piccole differenze dovute a imperfezioni di costruzione mediante il peso di equilibramento che può essere spostato all'interno di 400 mm. nel senso longitudinale e mediante deformazioni delle parti estreme delle ali, per ciò che riguarda l'equilibrio laterale o trasversale. Sospeso secondo un asse verticale passante per il centro di gravità, il modello è esposto ad un vento di 30 m/s e si proporzionano gli impennaggi verticali in modo che non risulti nè orziero nè poggiero, ma indifferente.
PARTICOLARI DI COSTRUZIONE
L'involucro della carica è in lamierino di acciaio di 2 mm. La parte posteriore del corpo fusiforme è in 2 strati di cedro a doghen di 2.5 mm. rinforzato con anelli di legno compensato.
Il cappuccio anteriore è di acciaio con feritoie a coltello attraverso le quali passano gli attacchi delle ali.
Le ali hanno i longheroni di 0.5 mm. di alluminio, le centine di legno pioppo sono ricoperte di tela. In tal modo è loro assicurata l'indeformabilità.
Gli impennaggi sono in lamierino di alluminio di 0.5 mm. imbutito. Il timone di direzione è in lastra d'alluminio.
L'anello di sospensione è di acciaio e termina superiormente con un gancio che si incastra nell'estremità della leva a scocco disposta nell'apparecchio.
SPECIFICA DEI PESI
Carica e spolette |
Kg. |
40 |
Involucro |
» |
10 |
Ali |
» |
8 |
Timoni |
» |
2 |
Contrappeso |
» |
5 |
Giroscopio – serb. |
» |
15 |
Imprevisti |
» |
5 |
|
Kg. |
85 |
DIMENSIONI PRINCIPALI APPROSSIMATIVE
Corpo fusiforme |
Lunghezza |
2.000 |
mm. |
|
Diametro |
300 |
mm. |
Ala avanti |
Apertura |
2.500 |
mm. |
|
Profondità |
400 |
mm. |
|
V Verticale |
10° |
|
|
Superficie |
1 |
mq. |
Ala addietro |
Apertura |
3.000 |
mm. |
|
Profondità |
600 |
mm. |
|
Superficie |
1.70 |
mq. |
|
V orizzontale |
6° |
|
|
V verticale |
18° |
|
Impennaggio |
Verticale |
0.06 |
mq. |
|
Orizzontale |
0.075 |
mq. |
Timone |
Verticale |
0.020 |
mq. |
La carica di 4o Kg. di tritolo è contenuta in un involucro di 2 mm. di acciaio che costituisce la parte avanti del corpo fusiforme. Essa è munita di una spoletta a percussione simile a quella delle granate.
Una seconda spoletta, a tempo, produce la recisione degli attacchi delle ali, privando l'arma del suo sostegno e obbligandola a cadere sul bersaglio. Per questo una carichetta di polvere (fatta esplodere dalla spoletta a tempo) provoca l'avanzamento del cappuccio metallico, disposto sulla prora che cesoia i perni di attacco dei longheroni delle ali.
FUNZIONAMENTO DELL'ARMA
La bomba è trattenuta al disotto dell'apparecchio volante con un gancio a scocco, coll'asse longitudinale sul piano di quello dell'apparecchio, ma inclinato rispetto ad esso.
In tal modo durante il volo una parte del peso della bomba è portata dalle sue ali, mentre l'altra parte si scarica sul gancio a scocca.
Abbandonata la bomba essa si dispone automaticamente in volo librato, essendo l'inclinazione della traiettoria di circa 1 / 7 secondo la posizione relativa del centro di sospensione e del centro di gravità.
La forma e la disposizione adottate per le ali sono tali da correggere automaticamente gli scostamenti verticali che si potessero produrre, mentre il timone verticale mantiene la traiettoria nel piano verticale.
Giunta al termine della corsa, la spoletta a tempo produce il distacco delle due ali principali e la conseguente caduta parabolica della bomba, che, raggiunto il bersaglio, esplode per effetto della spoletta a percussione.
AVVERTENZE PER IL PIIOTA E PER L'OSSERVATORE DELL'APPARECCHIO
Il pilota constatata la direzione e la velocità del vento, con una certa approssimazione deve portarsi possibilmente sotto vento od anche sopra vento al bersaglio e dirigere poi su di esso all'altezza del lancio.
L'osservatore mediante un telemetro deve apprezzare la distanza del bersaglio e quando ritiene giunto il momento del lancio preavvisare il pilota e aprire il gancio a scocco.
Come si è detto nessuna preoccupazione vi può essere per l'equilibrio dell'apparecchio, perché soltanto una parte del peso della bomba è sostenuta dal gancio.
Forse converrà che il lancio sia fatto materialmente dal pilota, per non stancarlo nell'attesa, ed allora l'opera dell'osservatore si riduce a valutare la distanza e ad avvertire il pilota del momento del lancio.
Il lancio è possibile anche col vento a traverso occorrendo soltanto di deviare la rotta in modo da tener conto della deriva dell'arma.
Le correzioni dovute al vento saranno riportate in tabelle, dalle quali l'osservatore dedurrà facilmente, data la direzione e la velocità del vento, quali debbono essere l'altezza di lancio, la rotta, e la distanza dal bersaglio.
Spezia - ottobre 1915.